Erano i primi mesi del 2013 quando – come avevamo riferito a suo tempo – si era costituito formalmente in Umbria, dopo qualche anno di affermazioni e promesse, l’Osservatorio Regionale sulla Condizione delle Persone con Disabilità, in ottemperanza a quanto previsto dalla Legge di ratifica della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità.
Nei giorni scorsi si insediato il nuovo mandato (2017-2020) dell’Osservatorio stesso e di ciò abbiamo parlato con Raffaele Goretti, riconfermato presidente dell’organismo.
Da dove ripartirà questo secondo mandato dell’Osservatorio?
«Nello scorso mandato 2013-2016 abbiamo elaborato e presentato – in occasione della Prima Conferenza Regionale, svoltasi il 30 novembre 2015 – il Programma d’Azione Regionale 2016-2018, che vuole essere il primo momento di analisi e proposta delle azioni da avviare, per dare risposte ai diritti delle persone con disabilità e alle loro famiglie. È da lì che dovremo ripartire e siamo convinti che si debba partire proprio dalle buone pratiche che in questi ultimi anni sono state avviate, per portare a sistema un modello di esigibilità dei diritti che ha ormai imboccato un percorso irreversibile. In tal senso, dovremo avere le capacità, gli strumenti e le risorse affinché, come Osservatorio, si possa portare a sintesi il lavoro già avviato e che avvieremo sul territorio regionale, grazie alle competenze e ai saperi di tutti i componenti di questo nostro organismo».
Esigibilità dei diritti, quindi, all’insegna, però, di una nuova cultura della disabilità…
«È così. Oggi, infatti, ripartiamo dalla consapevolezza che un pezzo di strada lo abbiamo percorso, magari con fatica, con difficoltà, con resistenze, con gli ostacoli che si possono trovare lungo un percorso orientato verso il cambiamento di un modello culturale ormai superato e non più difendibile, quello cioè che colloca la persona con disabilità ai margini delle politiche, come spettatore passivo e non invece come attore principale del cambiamento. Il messaggio che vorremmo dunque lanciare, circa gli impegni futuri dell’Osservatorio, è quello di riuscire ad unire su una piattaforma regionale le diverse tematiche che, così come formulate dall’articolo 352 della Legge Regionale 11/15 [“Testo unico in materia di Sanità e Servizi sociali”, N.d.R.], presentano sia una valenza conoscitiva che una valenza programmatoria.
Ritengo fondamentale utilizzare una strategia che possa creare sinergie e orientare con maggiore incisività gli sforzi in atto e le azioni delle diverse Istituzioni che a vario titolo hanno in carico la raccolta e la gestione dell’informazione statistica sulla condizione delle persone con disabilità, l’elaborazione di documenti e orientamenti programmatici e l’attuazione delle varie politiche.
Si tratta di un percorso di fondamentale valore e di grande pregnanza, poiché è chiaro ormai da tempo che il tema della disabilità attraversa una pluralità di ambiti della vita sociale e politica, interessa tutte le diverse istituzioni pubbliche e della società civile, ed è quindi necessario e irrinunciabile trovare e strutturare un luogo di confronto e una forma di coordinamento in grado di dare maggiore integrazione e visibilità alla materia».
Un compito, dunque, impegnativo, ma al tempo stesso molto stimolante…
«Effettivamente abbiamo di fronte a noi, in questo secondo mandato dell’Osservatorio, un compito complesso, ma al tempo stesso un’opportunità unica per far evolvere l’informazione sui diritti delle persone con disabilità, dando al contempo un contributo al miglioramento della coerenza e dell’efficacia delle politiche. Il percorso che ci apprestiamo a riavviare sarà impegnativo, vi saranno complessità e resistenze, ma sono fortemente convinto che tutto ciò potrà essere superato con la responsabilità, l’impegno e la dedizione che ognuno di noi vorrà mettere in campo, nella consapevolezza che solo creando una forte alleanza interistituzionale potremo contribuire a migliorare complessivamente l’articolazione e l’applicazione delle azioni che favoriscano l’inclusione e l’esigibilità dei diritti per le persone con disabilità e le loro famiglie.
Siamo, in questa azione comune, parte di un percorso che – come già detto – vuole incidere significativamente su un nuovo modello culturale sancito dalla Convenzione ONU, che sappia mettere al centro la persona, tutelando i valori fondanti della democrazia, della partecipazione e della coesione sociale. Sono certo che ognuno dei componenti l’Osservatorio metterà l’impegno necessario per alimentare questa sfida di civiltà, ciascuno per le responsabilità, le competenze e i ruoli che riveste sia come Persona che come Istituzione, con la consapevolezza che questo sarà il secondo passo di un impegnativo percorso per l’affermazione di quanto affermato all’articolo 1 della Convenzione ONU, ovvero con l’obiettivo di “promuovere proteggere e garantire il pieno ed eguale godimento di tutti i diritti umani e di tutte le libertà fondamentali da parte delle Persone con disabilità, e promuovere il rispetto per la loro intrinseca dignità”». (Stefano Borgato)
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