«Nelle ultime settimane, la cronaca, ma prima ancora l’attività ispettiva e di monitoraggio del Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca (MIUR), hanno reso evidente ciò che la nostra Federazione ripete da anni: la qualità della specializzazione didattica per il sostegno può essere compromessa da un lato dall’assenza di titoli reali, dall’altro dall’attività di enti non autorizzati né preparati per il rilascio degli stessi titoli. Per tacere sui titoli falsi oggetto per altro di recenti indagini in Calabria».
Lo si legge in una nota diffusa dalla FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), il cui presidente nazionale Vincenzo Falabella dichiara di «approvare l’intervento del Ministero che ha bloccato alcuni incongrui titoli di specializzazione per il sostegno all’inclusione didattica degli alunni con disabilità rilasciati da enti non autorizzati. Infatti, il danno per le persone con disabilità e la credibilità stessa del sistema di inclusione sarebbe stato grave».
Bene, dunque, fino a qui, e tuttavia, secondo la FISH, il Ministero stesso non è intervenuto con altrettanta rapidità sulle Sospensive rilasciate dal Consiglio di Stato contro il rifiuto del Tribunale Amministravo Regionale (TAR) del Lazio, circa la richiesta di ammissione ai corsi di specializzazione per il sostegno da parte di docenti privi dei requisiti di ammissione ai corsi stessi.
È pertanto su tale lacuna che la Federazione richiama l’attenzione del Ministero: «È necessario – prosegue infatti la nota – presentare velocemente, tramite l’Avvocatura dello Stato, la richiesta di anticipata trattazione nel merito dei ricorsi presentati al TAR Lazio, poiché solo così si chiarirebbe, opportunamente e prima della fine dei corsi di specializzazione, se i docenti avessero o meno diritto a frequentare i corsi. Se infatti essi non possedevano i requisiti, la loro specializzazione, a corsi ormai da tempo avviati rischia di ammettere a questa specifica attività didattica docenti non correttamente preparati per il sostegno e quindi forieri di verosimili danni educativi agli alunni con disabilità». (S.B.)
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