«Il bullismo è un fenomeno, purtroppo, diffuso e radicato: prepotenze, offese, derisioni, minacce e aggressioni, quasi un ragazzo su tre dichiara di aver subìto questo tipo di comportamenti da parte di coetanei qualche volta all’anno ed è percepito da quasi il 70% dei ragazzi come uno dei principali pericoli a cui sono esposti. Esso si manifesta ovunque, ma trova nel contesto scolastico, anche in ragione dell’età dei ragazzi, il luogo in cui viene frequentemente perpetrato e dove i docenti e il personale scolastico sono gli unici adulti che possono svolgere il delicato compito di intercettare gli abusi. Per contrastarlo, è dunque essenziale intervenire proprio partendo dalle scuole, con l’obiettivo di arginare la violenza e rafforzare la resilienza di giovani studenti costretti a subire regolarmente angherie».
Lo dichiara in una nota Raffaela Milano, che dirige i Programmi Italia Europa di Save the Children, la nota organizzazione internazionale che lavora per salvare la vita dei bambini e garantire loro un futuro.
«È quanto mai importante – sottolinea ancora Milano – che le scuole siano messe nella condizione di poter prevenire questo fenomeno, in ogni sua forma, attraverso percorsi di educazione e tutela. Per questo occorrerà realizzare un solido sistema di monitoraggio e valutazione di tutte le azioni previste dalle Linee di Orientamento per azioni di contrasto al bullismo e cyberbullismo nelle scuole e garantire che ogni scuola nomini un referente per il cyberbullismo, come previsto dalla nuova Legge 71/17, che si faccia promotore dell’adozione di misure di prevenzione e gestione dei casi di bullismo, sia online che non. Ogni istituto scolastico dovrebbe quindi dotarsi di un’autoregolamentazione, risultato del confronto tra docenti, alunni e genitori, per rafforzare il senso di comunità e di solidarietà, producendo un cambiamento positivo e scoraggiando, dunque, le violenze».
Si tratta, com’è ben facile immaginare, di un tema rispetto al quale «Superando.it» è particolarmente attento e sensibile, pensando a quanti casi di bullismo continuino a vedere come vittime proprio i ragazzi e le ragazze con diverse disabilità. Senza contare, su un altro versante, quanto ancora siano diffuse parole “sbagliate” e “crudeli” connesse alla disabilità e usate per offendere in situazioni di bullismo e cyberbullismo e non solo. (S.B.)
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