«Dovrebbe ormai essere chiaro a tutti che è un ambiente sociale sfavorevole a determinare e molto spesso ad aumentare le condizioni di disabilità. E invece, a quanto pare, non è sufficiente adoperarsi per l’abbattimento delle barriere esistenti, ma è necessario combattere costantemente anche contro l’ignoranza che vuole la creazione di nuove barriere architettoniche!»: si riferisce a una situazione riguardante la città di Pescara, questa denuncia dell’Associazione Carrozzine Determinate Abruzzo, ma vale certamente in assoluto come monito per ogni altro intervento di riqualificazione urbana che si voglia svolgere nelle città del nostro Paese.
Nello specifico, come detto, si parla di Pescara e più esattamente del rifacimento della pavimentazione in alcune vie della città vecchia che, come viene sottolineato dall’Associazione Carrozzine Determinate, «secondo quanto appreso dagli organi d’informazione, porterebbe a lastricare quelle strade con i blocchetti detti “sanpietrini”». Ebbene, «laddove tali notizie fossero vere, il progetto di riqualificazione di un’area della città violerebbe norme costituzionali e leggi nazionali a tutela delle persone con disabilità».
«Non vi è chi non si renda conto – dichiara Claudio Ferrante, presidente delle Carrozzine Determinate – che i sanpietrini previsti come pavimentazione esclusiva costituiscono un’evidente e nuova barriera architettonica. Infatti, sia il Decreto Ministeriale 236/89 che il Decreto del Presidente della Repubblica (DPR) 503/96 hanno regolamentato chiaramente la materia, prescrivendo che tutte le aree e i percorsi pedonali, pubblici o aperti al pubblico, non escluse le zone vincolate, debbano presentare superfici antisdrucciolevoli e andamento regolare, con modesti risalti o salti di quota (minori di 2 millimetri) e contenute fessurazioni tra un elemento e l’altro (minori di 5 millimetri). I blocchetti di porfido, tra l’altro, pur nell’ipotesi di una perfetta posa in opera, risultano assai disagevoli non soltanto (e soprattutto) per le persone con disabilità costrette a spostarsi in carrozzina, ma anche per i bambini, per le mamme con i passeggini, per le persone anziane e per le stesse donne che usino calzature con i tacchi. Da ultimo, ma non ultimo, non si ha alcuna notizia che siano stati progettati elementi idonei a favorire la mobilità dei cittadini con disabilità visiva».
Alla luce di tutto ciò, dunque, l’Associazione abruzzese ha deciso di diffidare formalmente il Comune di Pescara dall’effettuare quei lavori di rifacimento, basandosi sul progetto, così come è stato illustrato dagli organi di stampa. «A questo punto ci si augura – conclude Ferrante – che l’Amministrazione voglia ascoltare le esigenze dei cittadini, prima di spenderne i soldi e che voglia creare un’opera di abbellimento della città davvero a vantaggio di tutti. In caso contrario siamo pronti ad agire in tutte le sedi necessarie, per evitare un’ennesima lesione dei diritti umani». (S.B.)
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