Breve “riassunto delle puntate precedenti”: è il 1999 quando a Roma nasce la Locanda dei Girasoli, che in breve tempo si fa conoscere e apprezzare quale esempio di imprenditoria sociale, che consente a un bel gruppo di giovani con disabilità di misurarsi nel loro percorso di inserimento lavorativo.
Tra alti e bassi si arriva ad occuparvi diciotto persone, di cui dodici con disabilità intellettiva, ma sempre più inadeguata si rivela la collocazione del locale, situato in una zona periferica e residenziale della Capitale, con un’oggettiva difficoltà di accessibilità. «Pertanto – dichiara Carlo Tagliabue, padre di Anna, una delle persone impegnate nella Locanda – ci rendiamo conto che nell’attuale struttura non si riusciranno ad ottenere risultati migliori e quindi diventa sempre più urgente trovare una collocazione diversa, in un’area più facilmente raggiungibile e visibile».
L’istanza arriva alcuni mesi fa alla Giunta Comunale di Roma, fino a indurre la sindaca Virginia Raggi a dichiarare in televisione, durante la trasmissione RAI Portobello, il proprio «impegno a trovare una soluzione per quanto possibile, per questo progetto serio e degno di supporto». La situazione, tuttavia, resta quella di prima e nulla di concreto succede.
«A dicembre – annota Tagliabue – avevamo chiesto alle Istituzioni e ai Cittadini di salvare questo progetto, aiutandoci a cercare una nuova sede più idonea. La risposta della società civile è stata entusiasmante, abbiamo avuto molte dimostrazioni di solidarietà che ci hanno fatto sentire meno isolati. Non abbiamo invece avuto risposte dalle Istituzioni, nonostante gli impegni presi sui media ed in televisione».
Viene quindi lanciata anche una petizione nel web, che in poche settimane raggiunge un numero a dir poco ragguardevole di sottoscrizioni: al momento in cui scriviamo sono esattamente 157.958 e continuano a crescere (la petizione, infatti, è tuttora aperta).
L’obiettivo dichiarato, segnatamente, è quello di «dare un futuro alla Locanda, nella quale lavorano una dozzina di giovani con la sindrome di Down o con disturbo dello spettro autistico, che vi hanno realizzato il loro sogno di autonomia proprio attraverso il lavoro».
Ma non solo. Qualche giorno fa, infatti, un cospicuo gruppo di Consiglieri Comunali romani, appartenenti alle forze di opposizione, vanno a cenare dai Girasoli e in tale occasione elaborano una mozione bipartisan, con cui chiedere alla Sindaca di «trovare una soluzione condivisa, salvare il ristorante e mantenere così la promessa di trovare al più presto una nuova sede».
«È stata una serata di sereno confronto – commenta Tagliabue – dove sicuramente una cosa non è mancata: la volontà di aiutare la Locanda».
Nei prossimi giorni i giovani della Locanda porteranno lo scatolone con le firme in Campidoglio e a questo punto tutti – noi compresi – si augurano che qualcosa di concreto e di positivo finalmente succeda.
Ringraziamo Sandro Paramatti per la segnalazione.
Ricordiamo ancora il link della petizione riguardante la Locanda dei Girasoli di Roma.