«L’affidamento del proprio figlio all’istituzione scolastica implica già di per sé un insieme di processi complessi che meriterebbero più attenzione di quanto comunemente viene data loro. In relazione poi alle condizioni di disabilità, l’organizzazione scolastica, la famiglia e gli stessi alunni con disabilità sono portatori di istanze non sempre facilmente conciliabili. Il luogo ideale per l’inclusione può pertanto trasformarsi in atteggiamenti e comportamenti più o meno ostili. A volte la semplice azione di rendere consapevoli tutti dell’orientamento comune, quello di promuovere il benessere dello studente, può fungere da antidoto alla conflittualità. È altresì del tutto evidente che alla complessità sopra indicata dobbiamo sommare un insieme di fattori che se ci sono noti possono essere canalizzati ai fini della migliore inclusione possibile, mentre se ignorati, divengono elementi in grado di incrementare conflittualità che, in ogni caso, rischiano di trasformarsi in ostacoli allo sviluppo del bambino e alla sua piena integrazione. Questo incontro di Palermo vuole essere un momento di riflessione su questi temi, aiutando gli operatori della scuola, dei centri di riabilitazione, gli insegnanti e gli educatori ad arricchire le proprie competenze e ad entrare in relazione con famiglie al cui interno sono presenti bisogni ed istanze che la disabilità impone e al tempo stesso pensare alla famiglia come risorsa, facilitatore piuttosto che ostacolo».
Viene presentato così il seminario di studio intitolato La Scuola incontra la Famiglia: quando l’alunno è con disabilità, promosso dalla Lega del Filo d’Oro per il pomeriggio di domani, giovedì 14 novembre, all’Università di Palermo (Viale delle Scienze, Edificio 16, Aula S2, ore 15.30-18.30), che potrà contare sulla partecipazione, tra gli altri, di Rosa Ferri, docente di Psicologia della Disabilità e Promozione del Benessere al Dipartimento di Psicologia Dinamica e Clinica dell’Università La Sapienza di Roma, che si soffermerà sul medesimo tema scelto quale titolo del seminario.
Insieme a lei interverranno Gioacchino Lavanco, direttore del Dipartimento di Scienze Psicologiche, Pedagogiche, dell’Esercizio Fisico e della Formazione all’Università di Palermo, Maria Garro, psicologa e ricercatrice in Psicologia Sociale, sempre all’Università di Palermo (Ruolo dell’operatore e percorsi formativi per il sostegno alla genitorialità) e Patrizia Ceccarani della Lega del Filo d’Oro (le dinamiche familiari quando il bambino presenta disabilità gravi).
L’incontro in Sicilia rientra tra i Seminari di Studio della Lega del Filo d’Oro, iniziative formative di lunga tradizione rivolte al mondo della scuola e della riabilitazione, essenzialmente caratterizzate da tre temi di fondo, che sono l’inclusione, le tecnologie educative e l’innovazione didattica.
«Per inclusione – spiegano dall’organizzazione che ha la propria sede centrale a Osimo (Ancona) -intendiamo che ogni intervento proposto dai nostri Seminari di Studio nel contesto scuola è ispirato al principio di un “integrazionismo forte”. Ciò significa che ogni azione educativa sarà orientata a promuovere i processi di integrazione/inclusione e a permettere lo sviluppo di competenze cognitive, socio-emotive e relazionali nei contesti di vita quotidiana. Per tecnologie educative e riabilitative intendiamo invece la presentazione dei risultati riguardanti le validazioni empiriche di metodi e tecniche risultate efficaci nel promuovere modificazioni del comportamento e sviluppo delle competenze cognitive complesse. Con il tema, infine, dell’innovazione didattica, ci si propone di esplorare i campi ove vengono implementate le procedure più innovative applicate ai contesti educativi e riabilitativi e quanto queste pratiche possano essere utilizzate nel contesto classe». (S.B.)
Per ulteriori informazioni e approfondimenti: Renato De Santis (desantis.r@legadelfilodoro.it).
La Lega del Filo d’Oro
Era il 1964 quando Sabina Santilli, una caparbia e lungimirante donna sordocieca, decise di fondare – assieme a un piccolo gruppo di volontari – un’Associazione che potesse rappresentare il «filo aureo della buona amicizia», per aprire al mondo le persone sordocieche e fare in modo che la società si accorgesse di loro. E questo filo prezioso che unisce il sordocieco con il mondo esterno è il concetto che ha ispirato sia il nome che l’attività della Lega del Filo d’Oro, realtà unica in Italia, che da allora fornisce un servizio altamente qualificato alle persone sordocieche e pluriminorate psicosensoriali.
La mission – di quella che dal 1998 è divenuta una ONLUS – consiste nell’assistenza, nella riabilitazione, nell’educazione e nel reinserimento in famiglia – e in molti casi anche nella società – delle persone sordocieche e pluriminorate psicosensoriali.
La Lega del Filo d’Oro ha da sempre svolto campagne di comunicazione e di sensibilizzazione per diffondere la corretta conoscenza della sordocecità e delle problematiche ad essa correlate presso l’opinione pubblica, i media e le Istituzioni ed è oggi punto di riferimento in Italia per la rappresentanza e l’affermazione dei diritti delle persone sordocieche e delle loro famiglie.
Ad Osimo, in provincia di Ancona, si trova la Sede Nazionale, al cui interno vi sono il Centro Diagnostico, che formula una valutazione globale ed effettua interventi precoci per bambini al di sotto dei 4 anni, i Servizi Educativo-Riabilitativi, il Settore Medico, il Centro di Ricerca e il Centro di Documentazione.
Con circa 600 dipendenti, più di 650 volontari e circa 500.000 sostenitori, la ONLUS è presente oggi in Italia in 8 Regioni con 5 Centri Residenziali, a Osimo, Lesmo (Monza Brianza), Modena, Molfetta (Bari) e Termini Imerese (Palermo) e 3 Sedi Territoriali a Padova, Roma e Napoli.
L’Associazione può contare su un team completo di professionisti, composto da una parte da operatori educativo riabilitativi, fisioterapisti, psicologi e assistenti sociali, dall’altra da medici specializzati, come neurologi, ortopedici, oculisti, pediatri, genetisti, dentisti, logopedisti e fisiatri, oltre a tutto il personale amministrativo e dei servizi generali.
Per ogni ospite della Lega del Filo d’Oro viene elaborata una terapia riabilitativa personalizzata e sistemi adeguati di comunicazione, per permettergli di stabilire relazioni col mondo e recuperare, quanto più possibile, una dimensione fatta di dignità e autonomia.
Un solo dato: nel 2018 sono stati seguiti complessivamente 911 utenti.
Le attività svolte vengono attualmente finanziate solo in parte da fondi pubblici, mentre circa il 65% delle entrate arrivano grazie alle risorse donate da privati. La Lega ha anche fondato un proprio Centro di Ricerca e collabora in Italia con numerosi istituti universitari, così come, a livello internazionale, con altri enti e organizzazioni che perseguono i medesimi obiettivi.