«A quarantacinque anni dalla fine delle “scuole speciali” [Legge 517/77, N.d.R.] e mentre siamo impegnati ormai da anni a migliorare la situazione dell’inclusione scolastica di alunni e alunne con disabilità, anche tramite una specifica Proposta di Legge che abbiamo presentato alla fine dello scorso anno, non possiamo non restare sconcertati di fronte a notizie come questa, che ci fanno capire quanto ancora ci sia da lavorare, sul piano culturale, per arrivare realmente a una “scuola di tutti e per tutti”»: a dirlo è Vincenzo Falabella, presidente della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), commentando la notizia apparsa su alcuni organi d’informazione, secondo cui le maestre di ruolo e quelle di sostegno di una scuola di Roma avrebbero deriso e offeso un bimbo con disturbo dello spettro autistico in un Gruppo WhatsApp che, secondo quanto si legge, sarebbe stato addirittura creato specificamente per tale scopo.
A fianco della madre del bimbo, vi è l’Associazione campana La Battaglia di Andrea, che nelle proprie dichiarazioni alla stampa ha aggiunto un ulteriore elemento, se possibile ancor più inquietante, ovvero che le insegnanti avrebbero esultato quando il piccolo fu costretto a rimanere a casa, perché contagiato dal Covid.
«Se si accerterà che quanto denunciato corrisponde a verità – dichiara Falabella -, siamo di fronte all’ennesima inaccettabile situazione di discriminazione nei confronti di una persona con disabilità, particolarmente triste, riguardando un bambino di 6 anni. Chiediamo quindi un immediato chiarimento dalla scuola coinvolta e che anche tutti gli organi competenti facciano la propria parte per tutelare il bimbo e la mamma, protagonisti loro malgrado della vicenda». (S.B.)
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