La Linea Guida n. 21 (Il trattamento dei disturbi dello spettro autistico nei bambini e negli adolescenti) dell’Istituto Superiore di Sanità, ISS, ora in fase di revisione, ha licenziato come evidenza scientifica per gli interventi nell’autismo l’approccio cognitivo comportamentale, definendo l’autismo come «una sindrome comportamentale causata da un disordine dello sviluppo, biologicamente determinato, con esordio nei primi 3 anni di vita. Le aree prevalentemente interessate da uno sviluppo alterato sono quelle relative alla comunicazione sociale, alla interazione sociale reciproca e al gioco funzionale e simbolico».
«Eppure – viene sottolineato dall’ANGSA (Associazione Nazionale Genitori di perSone con Autismo) – per il prossimo mese di novembre è previsto un convegno dal titolo Silenzi e Ascolto. L’incontro psicoanalitico negli stati autistici, promosso dall’AIPPI (Associazione Italiana di Psicoterapia Psicoanalitica dell’Infanzia, dell’Adolescenza e della Famiglia), nella cui presentazione si parla tra l’altro di “attacco alle funzioni del sé che invade l’insieme delle espressioni simboliche, gestuali e verbali del bambino”, di “misteriosi Silenzi”, di “Stati Autistici di diversa penetranza”, di “stanza d’analisi”, di “forme di annichilimento e di restaurazione nella psicoanalisi degli Stati Autistici”, di “vuoto mentale dei pazienti con autismo” e di “emersione dallo stato autistico”».
«Di fronte a una presentazione del genere – ha scritto Giovanni Marino, presidente nazionale dell’ANGSA, in una lettera inviata al ministro della Salute Speranza – sembra purtroppo di essere tornati indietro nel tempo, come se più di trent’anni di studi e ricerche non ci fossero stati. A questo punto cosa ci dobbiamo aspettare? Ci verrà di nuovo raccontato di “mamme frigorifero” e di “famiglie anaffettive”? La verità è che la persona autistica non deve emergere da “nessuno stato”, deve invece essere aiutata ad “abilitarsi” in quelle autonomie personali e socializzanti per poter godere dei diritti di cittadino. Non chiusa in una stanza di analisi o sdraiata su un lettino alla ricerca del proprio “IO” (vi vorremmo vedere mettere una persona con autismo severo su un lettino), ma in mezzo alle altre persone. individuando quell’intervento strettamente personalizzato che meglio risponda alle proprie peculiarità facendo leva sulle potenzialità, sulle abilità e non certo focalizzando i deficit».
«Non siamo così ingenui – ha proseguito Marino – da non sapere che ancora c’è uno zoccolo duro di professionisti che dietro un fortino fatto di teorie psicodinamiche “medioevali”, difende posizioni fuori dall’evidenza scientifica. Non ci sembrano troppo diversi dai “terrapiattisti” o dai “negazionisti del tutto”, ma forse questo è lo scotto che bisogna pagare per chi vuole vivere, come noi vogliamo, in democrazia. Però la cosa che più ci preoccupa e che riteniamo molto grave, è che possano essere riconosciuti dei crediti ECM per un convegno che non risponde alle necessità delle persone autistiche. ECM, infatti, sta per Educazione Continua in Medicina, ma quale educazione c’è nel riproporre teorie cervellotiche e prive di evidenze scientifiche? Come si può permettere di validare questa (disin)formazione attraverso dei crediti?».
«Chiediamo fermamente – ha concluso il Presidente dell’ANGSA – che a questa nostra denuncia possano unirsi altre autorevoli voci di professionisti e ricercatori, per dare finalmente la spallata finale a chi si ostina a non guardare avanti». (S.B.)
Per ulteriori informazioni: Luca Benigni (luca.benigni@gmail.com).