Indimenticabile è stata l’esperienza vissuta da Laura ed Emanuele, due beneficiari del Centro Residenziale Handicap Gravi Gravissimi di Sacile (Pordenone), che qualche tempo fa hanno raggiunto Venezia con il treno la e hanno visitato la Serenissima spostandosi in carrozzina.
Accompagnati da Aurora e Antonella, operatrici della residenza, non hanno fatto solo l’esperienza della prima visita nella città lagunare, ma è stata per loro anche la prima volta che hanno viaggiato in treno e in traghetto. Una triplice avventura, quindi, che li ha visti nella mattinata passeggiare tra calli, campi e campielli, sotto un sole brillante, come due veri e propri turisti.
Laura ed Emanuele sono rimasti incantati dai colori, dalle imbarcazioni, dalle maschere esposte nelle bancarelle, da un luogo così affascinante che non avevano ancora avuto la possibilità di visitare. Il gruppo ha piacevolmente pranzato in una zona verde nelle vicinanze di Piazza San Marco e, successivamente, ha proseguito la gita a bordo del vaporetto, lasciandosi cullare dalle acque veneziane, fino a ritornare nei pressi della ferrovia nel tardo pomeriggio. Qui, a giornata conclusa, hanno obliterato il biglietto e si sono accomodati sul treno per rientrare.
L’organizzazione della salita e della discesa dal treno è stata facilitata dal servizio di assistenza delle Ferrovie Italiane, che ha permesso al gruppo di viaggiare in modo sereno, intervenendo con appositi ausili per il carico e lo scarico delle carrozzine.
Rispetto all’accessibilità, Venezia potrebbe apparire difficile da percorrere e da fruire: in realtà il livello di accessibilità è risultato per il gruppo soddisfacente, grazie anche alla pianificazione accurata della trasferta. Il trasporto acqueo urbano, ad esempio, permette alle persone che si spostano in carrozzina di viaggiare completamente in tranquillità. Ad oggi il 70% della superficie della città storica risulta accessibile alle persone con disabilità motoria o con mobilità ridotta, come verificato anche dall’INU (Istituto Nazionale di Urbanistica).
Dopo un lungo periodo di chiusura a causa della pandemia, anche la sola realizzazione di una gita a Venezia, seppur per due soli beneficiari, in un contesto di viabilità non semplice, rinforza sempre più il nostro operato [della Cooperativa Sociale Itaca di Udine, N.d.R.]: promuovere progetti incentrati sulle aspirazioni e sui desideri personali ci orienta significativamente al raggiungimento di obiettivi rilevanti per la Qualità della Vita delle Persone di cui ci prendiamo cura.
L’attento lavoro di questi anni da parte dell’equipe sia del Centro Residenziale Handicap Gravi Gravissimi, sia del Centro Diurno Disabilità di Sacile, con la costante supervisione dell’Azienda Sanitaria Friuli Occidentale, per conto di cui Itaca gestisce entrambi i servizi, è sempre stato orientato verso la realizzazione di interventi personalizzati, con il focus proprio sulla qualità di vita delle persone con disabilità. Intervenire in maniera individualizzata significa infatti progettare a partire dalla storia personale dell’individuo, tenendo in forte considerazione aspettative e interessi che lo guidano.
«Garantire una buona qualità di vita ai beneficiari dei nostri servizi – sottolinea Antonella, operatrice sociosanitaria – si traduce per loro nel poter avere la possibilità di fare ciò che desiderano, di essere felici per come vivono».
«Abbiamo invitato Laura ed Emanuele a fare questa esperienza – aggiunge l’educatrice Aurora – poiché entrambi amano uscire e visitare luoghi nuovi, e la contentezza con la quale sono rientrati a fine giornata è stata luce per i nostri occhi».
Si aggiunge così un tassello in più al puzzle della vita dei beneficiari del Centro Residenziale Handicap Gravi Gravissimi di Sacile, una vita di qualità.