Fondato lo scorso anno da Fadi El-Lawand, artista libanese che vive in Europa da circa vent’anni, l’Hope International Film Festival è una rassegna cinematografica che nella seconda edizione di quest’anno, inaugurata il 27 settembre scorso alla Casa del Cinema di Roma, propone trenta cortometraggi e otto lungometraggi internazionali i quali hanno come temi centrali la disabilità, le persone con bisogni speciali, le donne, i bambini, le guerre, i cambiamenti climatici.
Quest’anno la manifestazione ha voluto allargare il proprio messaggio per diventare itinerante all’insegna di un “Cinema Senza Frontiere”. Dopo l’avvio a Roma, infatti, gli ospiti del Festival e i membri della giuria sono partiti dal porto di Civitavecchia con la nave Costa Firenze, per visitare cinque diverse città europee, vale a dire Genova, Marsiglia, Barcellona, Cagliari e Palermo.
È della tappa di Palermo che ci occupiamo qui, poiché il Festival arriverà proprio domani, 4 ottobre, nel capoluogo siciliano, approdando al Centro di Riabilitazione semiresidenziale della locale Associazione AIAS, presieduta da Salvatore Nicitra, per toccare con mano il lavoro della stessa AIAS palermitana nel sostenere le persone con bisogni speciali. Quest’ultima, infatti, oltre al centro semiresidenziale di via Raiti, 16 a Palermo, gestisce altre sei strutture riabilitative, prendendosi cura di persone con disabilità di ogni età, assistite in regime ambulatoriale, domiciliare, semiresidenziale e residenziale.
Tra i film in concorso quest’anno, da segnalare anche l’italiano Upside Down di Luca Tornatore, film tratto da una storia vera e interpretato tra gli altri da Gabriele Di Bello nei panni di un personaggio vicino a se stesso, quello di Paolo, giovane diciannovenne con sindrome di Down che tenta di mettere sottosopra (“Upside Down”, appunto) i pregiudizi praticando il pugilato. (S.B.)
Per ulteriori informazioni e approfondimenti: Daniela Raciti (danielaraciti1980@gmail.com).