Era il 2019 allorquando nell’Aula Magna del Polo Piagge dell’Università di Pisa si svolgeva il primo evento formativo di MyDentist, parte di un percorso di cura e prevenzione unico a livello internazionale, volto a rivoluzionare i trattamenti odontoiatrici delle persone con autismo, partendo dalla prevenzione sistematica attraverso l’uso della tecnologia [se ne legga anche sulle nostre pagine, N.d.R.].
Il progetto era nato sulla spinta della collaborazione fra il Dipartimento di Informatica dell’Università di Pisa, l’Istituto di Informatica e Telematica del CNR, l’Unità operativa di Odontostomatologia e Chirurgia del Cavo Orale dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria Pisana e l’associazione Autismo Pisa (Pisa – Valdera – Valdicecina), sotto la direzione della professoressa Maria Rita Giuca dell’Unità Operativa di Odontostomatologia e Chirurgia del Cavo Orale dell’Azienda Ospedaliewro Universitaria Pisana.
Grazie al sostegno della rete costituita dalle nostre Associazioni [si veda in calce], MyDentist è cresciuto in brevissimo tempo, diventando un vero e proprio servizio a disposizione della collettività, tanto che oggi sono più di 300 i pazienti con autismo e disabilità cognitive, compresi tra i 3 e i 22 anni, che partecipano al programma di prevenzione. Questo ha rappresentato un enorme miglioramento nella qualità della vita dei ragazzi e delle loro famiglie, in quanto prima del progetto la prevenzione dentale era quasi sconosciuta per questi piccoli pazienti, costringendoli a subire interventi in anestesia generale anche per effettuare una semplice igiene.
Insomma, un progetto innovativo, virtuoso e anche sostenibile economicamente, in quanto fa risparmiare migliaia di euro necessarie per i continui interventi in sedazione totale. Un fiore all’occhiello che tutti ci aspetteremmo fosse sostenuto ed esteso almeno nella Regione Toscana nell’interesse di tutti.
Ebbene, nonostante questi numeri e questi risultati riconosciuti da tutti da parte delle Istituzioni, non vi è stato nessun passo concreto. Ad oggi, infatti, il servizio continua ad essere attivo per soli deu pomeriggi, com’era durante la prima sperimentazione con 15 bambini. Gli appuntamenti, proprio per questa carenza di personale, vengono dati dopo varie settimane, riducendo il potere della prevenzione.
Le nostre Associazioni, insieme ad Autismo Pisa che è partner ufficiale del progetto, hanno segnalato più volte questa situazione all’Azienda Ospedaliera Pisana e alla Regione, ricevendo solo risposte generiche e vaghe promesse.
Sinceramente non comprendiamo perché un progetto così importante ed efficace ed oltremodo vantaggioso economicamente, oltreché riconosciuto a livello internazionale, venga fatto morire lentamente, strangolato dalla miopia di chi amministra la cosa pubblica.
Naturalmente siamo disponibili ad incontri e azioni che possano rafforzare il progetto e renderlo disponibile a chiunque ne possa trarre beneficio, indipendentemente dalla diagnosi di autismo.