Con l’approvazione quasi unanime del Consiglio Regionale del Friuli Venezia Giulia, il Disegno di Legge Regionale n. 173 (Interventi a favore delle persone con disabilità e riordino dei servizi sociosanitari in materia) è divenuto Legge Regionale. Si tratta di una tappa molto importante per il mondo della disabilità, frutto di un lavoro senza dubbio consistente da parte del team del vicepresidente della Regione Friuli Venezia Giulia Riccardo Riccardi, al quale va riconosciuto l’impegno di avere utilizzato un metodo di lavoro trasparente e largamente condiviso, ma anche da parte della nostra stessa Consulta [Consulta Regionale delle Associazioni delle Persone con Disabilità e delle Loro Famiglie del Friuli Venezia Giulia, N.d.R.], che ha contribuito alla stesura della Legge attraverso numerose interlocuzioni e incontri, svolti in tutti i territori provinciali, con il coinvolgimento di circa cento Associazioni rappresentative del mondo della disabilità, aderenti alla Consulta stessa.
La nuova Legge rappresenta un’evoluzione significativa della Legge Regionale 41/96 (Norme per l’integrazione dei servizi e degli interventi sociali e sanitari a favore delle persone handicappate ed attuazione della legge 5 febbraio 1992, n. 104), recependo gli esiti della revisione normativa e culturale del sistema inerente la disabilità, in atto sia a livello nazionale che internazionale, nonché portando a sintesi le migliori esperienze che la nostra Regione ha maturato nel corso degli anni in tema di disabilità, rendendole attuali e aprendo a opportunità concrete, per innovare il sistema dei servizi entro una nuova cornice di governo. In definitiva, una Legge dalla quale le persone con disabilità si aspettano uniformi, eque e concrete risposte.
In particolare, la nuova norma assicura l’auspicata uniformità di intervento su tutto il territorio regionale, evitando discontinuità, frammentazione e disuguaglianza nell’erogazione degli interventi, aspetti che purtroppo ancora oggi sussistono. Essa, inoltre, garantisce un progetto di vita individualizzato e personalizzato e promuove azioni di integrazione delle politiche regionali (abitative, educative, sanitarie, sociali e dalla mobilità), affermando finalmente con chiarezza che il sistema sanitario deve farsi carico dei LEA (Livelli Essenziali di Assistenza), perché queste prestazioni sono diritti dei cittadini che non sempre sono assicurati.
La nostra Consulta è naturalmente consapevole che la ricaduta concreta della nuova Legge sulla qualità dei servizi e sulla qualità della vita delle persone con disabilità dipenderà molto sia dalla “forza” dei numerosi atti, che dovranno essere a breve predisposti, ai quali la norma rimanda, sia da come il sistema territoriale (servizi sanitari sociosanitari e sociali, scuola, formazione, lavoro, terzo settore, comuni, imprese ecc.) evolverà nel far propri gli assunti culturali sui quali poggia il testo approvato.
Considerazioni, queste, che si traducono per noi in un rinnovato impegno, poiché il lavoro non è ancora concluso. La nuova Legge, infatti, rappresenta senza alcun dubbio un buon punto di arrivo, ma anche, nello stesso momento, un buon punto di partenza. Dobbiamo continuare a operare fiduciosi, e con lo spirito costruttivo fino ad oggi dimostrato, per realizzare compiutamente i contenuti di tale norma, affinché essa esiti davvero in un vero rinnovamento.