Sette ragazzi con disabilità concentrati in una classe sola, seguiti da tre insegnanti di sostegno. Succede all’Istituto Professionale Francis Lombardi di Vercelli dove, per motivi economici, per l’anno scolastico 2009-2010 è stata istituita solo una quarta del corso di abbigliamento e moda, con sette alunni disabili su ventitré studenti.
«Con i tagli che ci sono stati quest’anno – spiega il dirigente dell’Ufficio Scolastico Provinciale di Vercelli Antonio Catania – non abbiamo potuto sdoppiare la classe e fare così due quarte, una da undici alunni e l’altra da dodici. Solo in questo modo siamo riusciti a rispettare il budget stabilito, a livello nazionale, dal Ministero dell’Istruzione». Dei sette ragazzi con disabilità – tutti con problemi psicofisici – due hanno una disabilità grave, tanto che a fine anno avranno «una valutazione differenziata», precisa Catania, «nel senso che stanno frequentando le superiori non ai fini del diploma, ma ai soli fini dei crediti formativi».
In seguito alle proteste avanzate dai genitori, dai professori e dagli stessi ragazzi della quarta («sarà praticamente impossibile gestire l’attività didattica», avevano fatto sapere gli insegnanti), l’Ufficio Scolastico Provinciale di Vercelli ha cercato di “mettere una toppa” alla faccenda, sdoppiando almeno i laboratori di informatica, modellistica e confezione. In tutte le altre materie, invece, quelle per cui gli studenti del corso di moda restano in aula, la classe resterà unita: ventitré alunni di cui sette con disabilità, «seguìti – spiega ancora Catania – da tre insegnanti di sostegno, di cui uno con 21 ore e gli altri con 18. E molto probabilmente anche quest’anno, come quello passato, a dare una mano all’Istituto Lombardi ci sarà anche un assistente dell’ANFFAS (Associazione Nazionale Famiglie di Persone con Disabilità Intellettiva e/o Relazionale)».
Ma com’è possibile che ci siano ben sette studenti con disabilità in una sola classe? La riforma della scuola operata dal ministro Gelmini – o meglio dal Regolamento per la riorganizzazione della rete scolastica e la formazione delle classi [Decreto del Presidente della Repubblica – DPR n. 81 del 20 marzo 2009, N.d.R.] – ha abrogato il “vecchio” Decreto Ministeriale 141/99 che fissava un tetto massimo alla presenza di alunni con disabilità nella stessa classe, ovvero di uno studente con disabilità nelle classi composte da venticinque alunni e di due nelle classi composte da non più di venti alunni. Anzi il Decreto precisava che – superando tali tetti – le classi andavano obbligatoriamente sdoppiate. Il nuovo regolamento, invece, ha lasciato campo libero al numero di alunni con disabilità che ci possono essere in una stessa classe.
«Un’altra preoccupazione è suscitata dall’abrogazione del Decreto Ministeriale 141/99 che fissava anche dei tetti massimi al numero di alunni con disabilità presenti nella stessa classe. Il Regolamento di cui stiamo parlando nulla dice in proposito e pertanto l’abrogazione della norma precedente sembra lasciare campo libero alla presenza di qualunque numero di alunni con disabilità nella stessa classe. Ma ciò contrasta con il più volte richiamato principio del rispetto delle «effettive esigenze», poiché la compresenza di più alunni con disabilità rende assai meno agevole il lavoro didattico dei docenti curricolari e meno fruttuoso l’esercizio del diritto allo studio, con ripercussioni sulla qualità dell’integrazione scolastica e di tutto il sistema di istruzione»: così aveva scritto qualche settimana fa da queste stesse colonne Salvatore Nocera (il testo integrale è disponibile cliccando qui). E purtroppo il presente caso di Vercelli temiamo non resterà isolato… (S.B.)
*Testo pubblicato da «Redattore Sociale» con il titolo Vercelli: 7 ragazzi disabili concentrati in una classe sola, e qui ripreso, con lievi adattamenti, per gentile concessione.