«Quotidianamente – scrivono i promotori del documento-appello significativamente intitolato La Salute al primo posto!, rivolto alle massime autorità istituzionali della Regione Umbria – la stampa segnala storie di disperazione e di abbandono in cui sono lasciati i malati e le loro famiglie, senza che mai nessuno, politico o amministratore che sia, senta il dovere di rispondere di ciò che avviene nella Sanità e nelle ASL».
«A dispetto del merito – viene poi denunciato – si stabiliscono “regole” che consentono ai politici non rieletti di ricoprire incarichi dirigenziali nelle ASL, con stipendi e bonus che fanno impallidire quelli dei parlamentari. L’enorme peso politico dei Direttori ASL ha consentito quindi il proliferare di un alto numero di mansioni dirigenziali. Secondo una recente indagine, infatti, un medico su cinque in corsia ha responsabilità manageriali, un numero davvero enorme rispetto alle reali necessità di gestione dei Dipartimenti, ciò che grava profondamente sui bilanci e sulla qualità delle cure e l’assistenza. Si tratta di un turbinio di interessi che impedisce di affrontare in modo adeguato il problema della gestione della sanità e delle ASL». Inoltre, «pur stabilendo la normativa sanitaria che il controllo sulle ASL è devoluto ai Sindaci e ai Comitati Consultivi, costituiti da Cittadini e Associazioni, in grado di accertare il raggiungimento degli obiettivi fissati nei Piani Sanitari e di verificare la congruità delle cospicue gratifiche annuali dei Direttori ASL, la politica da tempo impedisce il funzionamento di questi organismi di controllo».
Parole dure che i responsabili dell’Associazione Arianuova di Foligno (Perugia) – promotrice dell’iniziativa insieme al Comitato Spontaneo Utenti dell’ASL 3 e all’ONMIC (Opera Nazionale Mutilati ed Invalidi Civili) – spiegano così: «Con questa iniziativa intendiamo avviare un estremo tentativo di confronto sui problemi della Sanità, in particolare con la presidente della nostra Regione Catiuscia Marini, cui sottoponiamo anche un Protocollo d’Intesa in tre punti che la Regione stessa dovrà impegnarsi a rispettare. In tal senso, ci siamo organizzati in un comitato, un momento di partecipazione orizzontale e spontanea, il cui scopo è principalmente quello di sensibilizzare i Cittadini umbri sulle problematiche della Sanità e della Salute».
Il documento-appello affronta poi alcuni nodi specifici della situazione umbra: «Dal 2001 la Regione deve garantire l’applicazione dei LEA (Livelli Essenziali di Assistenza), per quanto riguarda l’odontoiatria e la riabilitazione fisica e del Decreto Ministeriale 279/01 sulle Malattie Rare, ma in realtà è in ritardo anche per l’istituzione dei centri di riferimento di diagnosi e cura».
E ancora, «nel 2008 il Ministero della Salute ha stanziato delle risorse aggiuntive per la non-autosufficienza, ma nessuno sa ancora come la Regione intenda utilizzare tali somme». «I bilanci in ordine – si sottolinea – non sono tutto, se poi si continua a comprimere la spesa per le cure e l’assistenza e la mancanza di programmazione impedisce di accedere ai finanziamenti previsti per l’innovazione e la ricerca». Infine, «dopo otto mesi non si è ancora provveduto a nominare un nuovo Assessore alla Sanità [la Delega è affidata alla stessa presidente della Regione Marini, N.d.R.] e ci si rifiuta di intervenire in merito ad alcune vicende riguardanti l’ASL 3 e che più volte sono state oggetto di interessamento del Ministero della Salute e delle Commissioni Parlamentari d’Inchiesta sul Servizio Sanitario Nazionale».
Nel chiedere dunque un incontro urgente alla Presidente della Regione, il testo si chiude con i punti del citato Protocollo d’Intesa, «che intendiamo sottoporre alla Regione Umbria non appena la Presidente avrà la bontà di riceverci. Per questo abbiamo anche avviato una sottoscrizione pubblica, con le firme che possono essere utili al fine di indurre la Regione stessa a fissare un incontro».
Questi i tre punti indicati nel documento-appello:
«1) Costituzione dei Comitati Consultivi di Cittadini e Associazioni, così come previsto dal Piano Sanitario Regionale 2003-2005, al fine di garantire una maggiore trasparenza nell’amministrazione della sanità e delle ASL, dei singoli Comuni.
2) Applicazione dei LEA (Livelli Essenziali di Assistenza) per quanto riguarda l’Odontoiatria e la Riabilitazione Fisica e rispetto del Decreto Ministeriale 279/01 sulle Malattie Rare, con l’individuazione dei centri di riferimento di diagnosi e cura.
3) Rispetto dei Piani Sanitari attraverso la costituzione di apposite Commissioni di Verifica e Controllo, per la valutazione della qualità dell’assistenza, in base ai criteri di uniformità, efficacia e appropriatezza, stabiliti dal Ministero della Salute». (S.B.)
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