Daniele Regolo è di Civitanova Marche (Macerata), è considerato un “giovane imprenditore” e nell’ultimo anno si è guadagnato spazio sui media, intervenendo anche a diversi convegni.
Ebbene, Daniele è sordo dalla nascita e con questa disabilità uditiva ha imparato a convivere e ha imparato a combattere. Prima l’ha raccontata (Il messaggio delle onde, Siena, Cantagalli, 2001) e poi l’ha resa una sfida imprenditoriale e soprattutto una sfida sociale. Nel febbraio di quest’anno, infatti, ha creato il portale www.agenzialavorodisabili.it che ad aprile contava già circa trecento contatti. La piattaforma punta a fare incontrare gratuitamente le esigenze delle imprese e le capacità professionali delle persone disabili. Ma, ancor più, punta a una rivoluzione del modello sociale, nel quale l’etica diventi un elemento chiave dell’efficienza. (ETica News)
Come è nata la storia dell’agenzia, con quali obiettivi e quali problematiche?
«La creazione di questo portale, che mette in contatto lavoratori disabili e mondo delle imprese, è figlia della mia esperienza di vita di disabile uditivo. Dopo molteplici esperienze lavorative, anche nel pubblico impiego, ho deciso di adoperarmi in prima persona verso la risoluzione di quella che credo essere una delle più impellenti emergenze contemporanee: il lavoro delle persone con disabilità. Finché la civiltà non sarà tale per tutti, non potrà essere chiamata “civiltà”. In questo senso, Agenzia Lavoro Disabili è, allo stesso tempo, una sfida economica e sociale».
Cosa ritieni ci sia di veramente speciale e coraggioso nella tua iniziativa?
«Molto semplicemente il fatto che, forse per la prima volta, c’è un disabile che vuole occuparsi dei problemi che lo riguardano in prima persona. L’epoca delle deleghe è terminata e nessuno più di noi sa quali siano le nostre esigenze, ma anche le nostre aspirazioni e le energie nascoste. È per questa ragione che nel sito da me ideato è presente una voce nel curriculum, denominata Vi parlo di me, che consente al disabile di esprimersi in modo completo, e alle imprese di conoscere a fondo il candidato. Le professionalità si costruiscono sulle persone, non il contrario».
Come ha reagito il mondo che da questa iniziativa viene aiutato (i disabili) e come ha reagito il mondo esterno (le aziende, le altre agenzie di collocamento, le istituzioni)? Hai avuto più aiuti o più “sgambetti”?
«Il mondo dei disabili è estremamente complesso. Posso dire di avere avuto da loro un’adesione entusiasta e i numeri lo confermano (oltre 1.100 iscritti da tutta Italia in pochi mesi). Le imprese, man mano che vengono a conoscenza di questo portale a utilizzo gratuito (anche in caso di assunzione), aumentano di ora in ora le loro iscrizioni. Nessuno “sgambetto”, ma certamente molta curiosità.
Mi preme sottolineare che noi rappresentiamo un nuovo esperimento che va nella stessa direzione in cui tutti coloro che desiderano il meglio per i disabili intendono andare. Siamo quindi aperti a ogni collaborazione con agenzie di reclutamento, fondazioni, mondo imprenditoriale».
Ritieni che questa iniziativa di collocamento potrà poi generare altre iniziative più specifiche: imprese avviate, gestite, promosse e sviluppate dai disabili? È un sogno oppure un’ipotesi concreta? E con quale integrazione con personale “normale”?
«Io spero di vedere sempre più imprenditori disabili, perché ciò significherebbe un’inversione di tendenza, specialmente in un posto creativo ma eccessivamente statico come l’Italia. Io amo molto il mio Paese, ma un maggior dinamismo farebbe bene a tutti, singolarmente e collettivamente. Se farò delle assunzioni, si tratterà ovviamente di soli disabili. È un impegno e una sfida insieme».
Agenzia Lavoro Disabili è un esempio di come una società più etica porti a una società, oltre che più giusta, anche più efficiente e ricca. Quali sono i numeri che puoi portare a sostegno di questa tesi? E quali ritieni potranno essere nel breve termine?
«Questo aspetto mi sta molto a cuore. Se un numero maggiore di disabili lavora, questo piccolo miracolo ne partorirà molti altri. Prima di tutto i disabili non saranno più un peso che grava sulle casse dello Stato. Poi inizieranno a diventare anche loro consumatori di beni e servizi, e questo accesso al “consumo” sarà estremamente positivo perchè proprio attraverso il consumo le persone con disabilità, ormai autonome, potranno accedere alle meravigliose conquiste della nostra società.
La persona svantaggiata, resa libera grazie al lavoro, può diventare quindi un importante volano dell’economia, oltre a rappresentare un successo della società civile. Ecco una prova che vale più di mille numeri: se la società migliora, anche l’economia la segue».
*L’intervista è stata curata dalla testata «ETica News» e viene qui ripresa, con minimi riadattamenti, per gentile concessione della stessa.
Di Daniele Regolo e della piattaforma gratuita di internet www.agenzialavorodisabili.it da lui ideata, il nostro sito ha già avuto modo di occuparsi (se ne legga cliccando qui e qui).