Con grande soddisfazione, apprendiamo la notizia dell’assoluzione con formula piena di Claudio Tosi («perché il fatto non sussiste»), dopo il processo celebrato per direttissima in seguito agli scontri avvenuti a Roma il 27 giugno, in occasione degli Stati Generali del Sociale e della Famiglia, promossi dal Comune capitolino.
Come avevamo riferito, Tosi – operatore del Centro di Servizio per il Volontariato del Lazio, presidente dell’Associazione CEMEA (Centri di Esercitazione ai Metodi dell’Educazione Attiva) del Mezzogiorno e molto impegnato nel Roma Social Pride -, pur essendosi regolarmente registrato per assistere ai lavori assembleari degli Stati Generali, era stato fermato e trascinato di peso fuori dall’Auditorium Antonianum – che ospitava l’evento -, con l’accusa di essere armato di una fionda (mentre invece aveva con sé solamente il materiale necessario ai laboratori da condurre nel pomeriggio al CEMEA) e di avere opposto resistenza a pubblico ufficiale. Donde il processo per direttissima – dopo la notte passata in Questura – e l’udienza che ha decretato l’insussistenza del fatto.
Nel ringraziare tutte le associazioni, le organizzazioni e le persone che hanno dimostrato il loro sostegno, la presidente del Centro di Servizio per il Volontariato del Lazio, Francesca Danese, commenta così la vicenda: «Siamo molto contenti di come si è risolta la situazione, ma resta il fatto che bisogna interrogarsi a lungo su quanto è accaduto. Questi sono avvenimenti che accadono perché siamo in una società che ha paura di tutto e soprattutto del dialogo. Infatti, anche al di là della vicissitudine personale di Claudio Tosi, ieri è andata perduta un’occasione importante: gli Stati Generali del Sociale e della Famiglia avrebbero dovuto essere un luogo di dibattito, un’occasione di partecipazione e coinvolgimento. Al contrario, si sono trasformati in una sorta di “fortino”, in cui la tensione ha impedito la partecipazione e il confronto costruttivi». (S.B.)
Per ulteriori informazioni: socialnews@cesv.org.
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