Questi sono i “veri falsi invalidi”

di Andrea Pancaldi*
I dati prodotti in questi giorni dalla Guardia di Finanza, sui reali falsi invalidi effettivamente smascherati (una percentuale insignificante, ad esempio, su tutte le persone controllate a visita), fanno giustizia di tante cifre “sparate” in questi anni dagli organi d'informazione e sbandierate anche, spesso e volentieri, dall’INPS e in particolare dal presidente dell’Istituto Mastrapasqua
Particolare del posteriore di due macchine della Guardia di Finanza
Sono 1.047 i reali falsi invalidi scoperti in tutto il 2012 dalla Guardia di Finanza

Sono stati diffusi dalla Guardia di Finanza i dati sull’attività di repressione delle frodi in campo assistenziale e previdenziale relativi a quanto svolto nel 2012. Sono dunque 3.500 i finti poveri – che ricevevano prestazioni e servizi, tipo rette ridotte, esenzioni e  riduzioni – e 1.047 i “veri falsi invalidi” regolarmente denunciati, modificando in tal modo il dato di analoghe notizie apparse ad esempio sul quotidiano «La Stampa» del 7 agosto 2012, ove si riportava che la stessa Guardia di Finanza, nei soli primi sette mesi del 2012, aveva “beccato” 1.565 falsi invalidi, a riprova che poi, una volta terminate le indagini, una fetta di quello che frettolosamente viene sparato sui giornali si dimostra diverso da quello che appare (in questo caso ben un terzo).
Cominciano quindi ad essere disponibili sugli organi d’informazione – oltre alle esternazioni del presidente dell’INPS Mastrapasqua, spesso non precisissime né completissime – anche i dati concreti relativi agli anni 2010, 2011, 2012. Sempre il quotidiano «La Stampa», per dirna una, aveva dato conto, il 18 agosto 2011, dei risultati del servizio antifrode della Guardia di Finanza, con dati similari a quelli dell’anno successivo, ovvero sempre circa 3.000 tra falsi poveri e falsi invalidi, pur senza suddividere le due categorie. Dato analogo aveva riferito anche il Presidente dell’INPS al «Corriere della Sera» il 12 febbraio 2012, parlando di 1.432 falsi invalidi smascherati e denunciati.
E per il 2010? Qui «la Repubblica», citando sempre la Guardia di Finanza, aveva dichiarato, il 31 gennaio 2011, che nel 2010 erano stati scoperti 4.486 tra falsi poveri e falsi invalidi, pure anche qui non suddividendo le categorie.

Insomma, se diamo per buoni i dati resi pubblici in questi giorni dalla Guardia di Finanza, si attestano attorno ai 1.500 all’anno i veri, reali, falsi invalidi (lo 0,06% dei percettori di pensioni di invalidità) che vengono giustamente scoperti e denunciati, così come trova finalmente conferma anche sulla stampa il dato che, alla fine di tutta la trafila (visita di controllo – eventuale abbassamento della percentuale con sospensione della pensione – ricorso del disabile – giudizio della magistratura pro o contro disabile), è circa del 3% la percentuale dei controllati a visita a cui viene revocata la pensione, di cui solo una percentuale infinitesima è relativa a falsi invalidi.
Gli altri sono invalidi veri cui la Commissione ASL + INPS (quando il membro INPS c’è… cosa che in larghissima misura non accade e ciò che vanifica in gran parte gli intenti della riforma voluta dall’INPS stesso) o l’INPS in seconda istanza ritiene di abbassare la percentuale di invalidità precedentemente ottenuta.
Era stata ancora «La Stampa», il 18 agosto 2011, a dare anche questo dato, pur se per il giornale torinese quei «3000 truffatori» citati sin dal titolo erano ovviamente tutti falsi invalidi. Due passi avanti e uno indietro… non lamentiamoci.

Se dunque sui dati possiamo cominciare a registrare qualche piccolo progresso – anche se solo per gli osservatori più attenti e non certo per il grande pubblico che si beve ancora la quotidiana razione di “ciechi che guidano” -, sull’impatto mediatico dobbiamo registrare un’ulteriore pericolosa involuzione.
Infatti, un elemento deleterio è che ormai le parole “falso invalido” sono diventate una sorta di sinonimo, di parola chiave, che riunisce sotto di sé un po’ tutte le truffe perpetrate ai danni della Pubblica Amministrazione. Nei titoli dei giornali vengono ricompresi tra i “falsi invalidi” non solo coloro che usano abusivamente i contrassegni per l’auto, chi, mendicante, si finge invalido per impietosire o chi, taccagno, si mette in carrozzina per entrare gratis allo stadio, ma anche coloro che presentano false attestazioni per altri benefìci di natura previdenziale o assistenziale.
Sul sinonimo basta leggere «Il Giornale» dell’8 agosto 2012, in cui il titolo recita Falsi invalidi: il bilancio del 2012, mentre poi nel testo si parla di persone che avevano indebitamente contributi per i libri scolastici, persone che si fingevano in malattia, persone assunte fittiziamente come braccianti agricoli ecc. O ancora «Il Fatto quotidiano» che il 7 agosto 2012 titola Falsi invalidi; smascherati in 3400 da inizio anno, salvo poi all’interno dell’articolo chiarire trattarsi sì di falsi invalidi, ma anche e di altre persone che godevano di prestazioni sociali agevolate.

Qualche speranza arriva invece sul fronte dei “ciechi che guidano”, non tanto riposta nella capacità dei giornalisti di essere tali (ovvero di non sparare sciocchezze, ma di documentarsi), ma piuttosto nelle tecnologie. L’icona del falso invalido, infatti, è almeno per ora ad appannaggio del “cieco che guida”. Da quanto se ne deduce dalla stampa e su internet, in totale parrebbe ne avessero beccati 18… ma nell’immaginario sembrano migliaia.
Sul perché abbiamo un po’ di fiducia, lo si potrà scoprire guardando i video intitolati rispettivamente Ford: “scuola guida” per non vedenti e ipovedenti e Google sviluppa l’auto adatta per i non vedenti, che risolverebbero il problema alla radice.

Redazione Sportelli Sociali del Comune di Bologna.

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