Sono tutti film assai interessanti, dei quali anche il nostro giornale si è già ampiamente occupato a suo tempo, quelli scelti dalla FIADDA Roma (Famiglie Italiane Associate per la Difesa dei Diritti degli Audiolesi), il 21 settembre scorso, per animare l’interessante iniziativa denominata “L’estate di Giacomo” – “Matilde” – “Io, straniera?”. Uno sguardo sulla sordità. Parliamone attraverso l’audiovisivo, tenutosi con successo presso la Sala Deluxe della Casa del Cinema di Roma.
«L’evento – spiega Emilia del Fante, presidente della FIADDA Roma – è nato da un’idea congiunta di Valeria Cotura e mia, con l’obiettivo di trattare finalmente il tema della sordità, con un approccio che non fosse sanitario e ideologico, utilizzando uno strumento, quello cinematografico e dell’audiovisivo a noi tanto caro, ovviamente anche allo scopo di affermare sempre e comunque le nostre posizioni – riassumibili in poche parole come “il diritto delle persone sorde alla parola” -, cercando però di farlo in una maniera pacata, distaccandoci da quel clima “urlato” che spesso ha contraddistinto il dibattito degli ultimi anni in questo settore».
L’incontro – patrocinato da Roma Capitale, dai Municipi II, X e XV della stessa, dalla Provincia di Roma, dalla Regione Lazio, dall’UNAR (Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali) e dalla FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) – ha potuto contare sulla presenza della deputata Ileana Argentin, del consigliere del Comune di Roma Gianluca Peciola, di Erica Battaglia, presidente della Commissione Politiche Sociali e della Salute del Comune stesso e di Dino Barlaam, presidente della FISH Lazio.
Rappresentate al meglio, infine, erano anche le tre opere al centro della giornata, a partire dal regista Alessandro Comodin e dai protagonisti dell’Estate di Giacomo, pellicola di inatteso, ma assai gradito successo del 2011. Erano poi presenti Vito Palmieri, regista del cortometraggio Matilde, già secondo classificato all’edizione 2012 del concorso della FISH Sapete come mi trattano?, Matilde Da Silva, protagonista del film, con la sua famiglia, il maestro Luca Di Costanzo e a Luisa Mazzeo, presidente dell’AGFA (Associazione Genitori con Figli Audiolesi), la Sezione di Bologna della FIADDA. E infine Alessandro Mastrantonio, regista del corto Io, straniera? del 2010, cosceneggiato dallo stesso insieme a Valeria Cotura, opera anch’essa partecipante a Sapete come mi trattano?
Ma torniamo a parlare dell’iniziativa con Emilia Del Fante, cercando innanzitutto di capire meglio all’interno di quale percorso essa si inserisca. «L’evento del 21 settembre – ci spiega – non resterà certo fine a se stesso. L’obiettivo, infatti, è quello di aprire una finestra di comunicazione in continua evoluzione per rappresentare e quindi sensibilizzare le Istituzioni e l’opinione pubblica sulla disabilità uditiva, spesso vittima di stereotipi, pregiudizi e quindi di discriminazioni, proprio a causa di un’informazione scorretta e imprecisa».
Come mai la scelta di tre film e non di un “classico” convegno, con relazioni di esperti e altri ospiti?
«Non volevamo parlare di disabilità in uno stile “canonico”, conforme ad analoghe manifestazioni, piuttosto attraverso l’espressione artistica e la ricerca condotta dai tre autori sul tema della sordità, volevamo suscitare nello spettatore stupore e vero interesse. Tre storie, tre età e contesti diversi, tre protagonisti che danno voce alle loro emozioni, alla voglia di vivere, di crescere, comunicare e di superare, quando altri lo creano, lo stigma della disabilità.
L’estate di Giacomo, Matilde e Io, straniera? hanno infatti il pregio di focalizzare l’attenzione sui protagonisti che sono persone e che come tali vivono le loro emozioni e tensioni umane, concrete e quotidiane. Per questo ai tre autori spetta anche il merito – in un momento in cui media, stampa e mondo artistico trattano sin troppo spesso la sordità in modo confuso e all’insegna del pregiudizio – di fissare l’obiettivo su persone reali e narrarle nella loro spontaneità. Al di là, quindi, della creatività artistica, emergono forza e capacità di informazione e sensibilizzazione, con l’uso dell’audiovisivo che diventa fattore di crescita culturale e civile. Abbiamo insomma voluto comunicare una gran voglia di utopia».
Obiettivo centrato?
«Penso proprio di sì, anche perché il dibattito successivo alle proiezioni – condotto da Giampiero Griffo, componente dell’Esecutivo Mondiale di DPI (Disabled Peoples’ International) e da Valerio De Simone, giovane critico e assistente di Paolo Bertetto nel Corso di Arti e Scienze dello Spettacolo all’Università La Sapienza di Roma – pur meritando più tempo a disposizione e lasciando aperte dinamiche e spunti per ulteriori confronti, si è presentato intenso e anche pungente, del tutto lontano da schemi buonistici e acritici».
Ci risulta, tra l’altro, che la vostra stessa Associazione abbia prodotto recentemente un interessante spot…
«Sì, e l’abbiamo presentato in apertura della giornata del 21 settembre. Si chiama Vuoi parlare con me?, lo ha diretto nel luglio scorso Alessandro Mastrantonio e sta diventando la nostra bella “carta d’identità” di cui siamo assolutamente orgogliosi. Tutti possono visionarlo nel nostro sito, anch’esso nato a luglio e ancora in via di costruzione o sul canale YouTube della FIADDA Roma.
Lo spot ha suscitato nella sala un’emozione profonda. Si tratta infatti di una promozione pacata, serena e dignitosa della nostra filosofia e lo stesso autore, in un suo intenso intervento, ha ribadito poi il concetto del diritto delle persone sorde alla parola». (S.B.)