Qualcuno potrà chiedersi, leggendo questa nota, se valga ancora la pena di dare spazio a episodi che sin dal titolo definiamo di “ignoranza gratuita”, tanti e tali sono i casi simili che tutte le persone con disabilità e i loro familiari potrebbero raccontare.
Porsi tale quesito è certamente legittimo, ma da parte nostra continuiamo a credere che far passare sotto silenzio certi comportamenti, con un atteggiamento quasi rassegnato, non sia mai la scelta migliore e che invece solo parlandone si possa sperare in un futuro ove la consapevolezza e la conoscenza rendano migliori i rapporti sociali tra tutte le persone.
Nel caso specifico, dunque, a segnalarci il fatto è stato Mario Caldora del Comitato per il Diritto all’Assistenza Sanitaria “Cinzia Fico” di Napoli, insieme alla figlia Chiara – giovane donna con grave disabilità, causata da una cerebrolesione alla nascita, per mancata assistenza al parto – e all’assistente Monika Zieba.
«Come ogni giorno – scrive Caldora – ci apprestavamo a fare la seconda colazione al solito bar, uno dei più noti del quartiere, perché per Chiara, da quando non va più in quella scuola che non l’ha voluta, questa è diventata una vera e propria “terapia”, una delle più efficaci. Dopo avere preso posto al tavolino e pagato il solito muffin e cappuccino, la cassiera, con tono molto gentile, mi chiede se posso spostarmi più lontano dalla sua vista, in quanto, essendo incinta, le fa impressione guardare Chiara! Inutile dire che sono rimasto del tutto sbigottito per l’insolita richiesta, limitandomi a ribattere, ironicamente: “Mi faccia sapere quando partorisce, così mi regolo su quando possiamo tornare”».
«Una volta ripresomi dallo shock – prosegue Caldora – ho espresso alla cassiera tutta la mia indignazione perché dalla sua richiesta, anche se formulata con apparente perbenismo, traspariva solo ignoranza e insensibilità, in quanto mancava di rispetto a una persona che non dà fastidio a nessuno e che soprattutto non può replicare e difendersi». E conclude: «La solita indignazione e solidarietà è stata espressa da chi ci vede ogni giorno, ma alla fine non potremo più tornare in quel bar, in cui non ci sentiremmo più a nostro agio. Morale: l’ignoranza gratuita ha colpito e vinto ancora una volta!». (S.B.)