La Corte dei Conti e la stabilizzazione del 5 per mille

Con un intervento «che fa giustizia - secondo Pietro Barbieri, portavoce del Forum Nazionale del Terzo Settore - del grave errore di far passare la libera scelta dei cittadini sul 5 per mille dell’IRPEF come un finanziamento pubblico», la Corte dei Conti ha inviato al Governo e al Parlamento alcune importanti raccomandazioni sulla materia, sottolineando in particolare l’esigenza di interrompere il carattere sperimentale di tale strumento

Realizzazione grafica sul 5 per mille«Si tratta di un intervento di straordinario valore, che fa giustizia, nel dibattito sul 5 per mille, di un grave errore di approccio, quello cioè di far passare una libera scelta dei cittadini per un finanziamento pubblico: la Corte dei Conti afferma in sostanza che la rendicontazione dev’essere indirizzata ai cittadini, e non allo Stato, per motivare le modalità con cui vengono spesi i fondi».

Così Pietro Barbieri, portavoce del Forum Nazionale del Terzo Settore, ha commentato la recente relazione prodotta dalla Corte dei Conti, denominata Destinazione e gestione del 5 per mille dell’Irpef (Deliberazione n. 14/2013/G), nella quale la Corte dei Conti stessa, come è stato scritto, «propone una serie di soluzioni volte a sottolineare l’esigenza della stabilizzazione dell’istituto del 5 per mille e quindi l’interruzione del carattere sperimentale, accompagnata dall’abrogazione del tetto fissato dalla Legge di Stabilità per il 2014 in 400 milioni di euro; a garantire e migliorare la trasparenza, la razionalizzazione e la diffusione dei dati; la concentrazione temporale dei pagamenti; la creazione di un unico database pubblico con dati provenienti dall’Agenzia delle Entrate, dalle Camere di Commercio, dal CONI e dalle altre Amministrazioni coinvolte; la semplificazione delle procedure amministrative; una più chiara ed efficace pubblicazione dei dati sulla rete web». (S.B.)

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