Nell’articolo pubblicato in questi giorni da «Superando.it», intitolato E a Napoli non si può più andare a scuola!, si riferisce dell’assurda situazione in cui centinaia di alunni con gravi disabilità non possono più andare a scuola, poiché il Comune non ha i soldi per assegnare alle scuole gli assistenti per la cura dell’igiene personale.
E tuttavia – a parte la stessa Nota Ministeriale Protocollo 3390/01 – è addirittura dal 2003 che c’è un Contratto Collettivo del Comparto Scuola, secondo il quale l’assistenza igienica degli alunni con disabilità è compito dei collaboratori e delle collaboratrici scolastiche.
In particolare, il Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro del 2007 (articoli 47 e 48 e Tabella A), stabilisce che il Dirigente Scolastico deve dare un incarico specifico a qualche collaboratore scolastico (io ho sempre inteso a un maschio e a una femmina, almeno nelle scuole secondarie, per il rispetto di genere), i quali hanno l’obbligo dell’assistenza igienica e anche quello di frequentare un breve corso di aggiornamento quaranta ore, oltre al diritto di ricevere un’indennità specifica di circa 1.000 euro all’anno, che entrano a far parte della base stipendiale ai fini pensionistici.
Come mai, allora, i Dirigenti Scolastici e il Comune di Napoli non conoscono questa normativa ormai vecchia di parecchio anni? La spiegazione, maliziosa, è presto trovata: da una parte i Dirigenti Scolastici trovano una fortissima resistenza da parte dei collaboratori scolastici, che normalmente si rifiutano di svolgere queste mansioni e quindi dovrebbero continuamente litigare per applicare la normativa ministeriale e contrattuale; dall’altra parte il Comune finge di venire incontro alla scuola, offrendo assistenti “materiali” invece di quelli che per legge (Legge 104/92, articolo 13, comma 3) dovrebbe fornire per l’autonomia e la comunicazione; e lo fa perché gli assistenti materiali sono inquadrati in una fascia stipendiale inferiore a quella degli assistenti per l’autonomia e la comunicazione.
Cosicché sono tutti contenti, bidelli riottosi e casse comunali! Molto meno, invece, lo sono le famiglie, che dispongono di personale con un titolo di studio non superiore alla terza media e nemmeno aggiornato, come prescrive la normativa. In queste settimane a Napoli, poi, non dispone nemmeno di quello…