Recentemente, a Genova, l’Istituto David Chiossone per i ciechi e gli ipovedenti si è trasformato in Fondazione, passaggio che garantirà a tale struttura basi ancora più forti e adeguate alla missione, alle attività e alle dimensioni sempre più rilevanti acquisite in quasi centocinquant’anni di vita.
«Con lo statuto della nuova Fondazione – spiega Claudio Cassinelli, presidente dell’Istituto Chiossone – potremo consolidare i nostri rapporti nell’àmbito delle Istituzioni pubbliche, assistenziali e sanitarie, accademiche, scientifiche ed economiche locali, regionali e nazionali». «I circa cento soci dell’ex Associazione – aggiunge – che sono stati negli anni l’elemento che ha garantito la continuità, ma anche l’innovazione e l’autonomia del Chiossone, avranno invece un nuovo ruolo: quello di Garanti chiamati a sorvegliare ancora che l’Istituto rimanga nel solco della tradizione e sia sempre all’altezza delle sfide dei tempi odierni e futuri».
Forte dunque della sua rinnovata struttura, l’Istituto genovese proseguirà ad operare con sempre maggiore impegno in tutti i campi che riguardano la disabilità visiva in tutte le fasce d’età: prevenzione dei danni alla vista (con l’avvio di ambulatori oculistici aperti a tutti), assistenza, riabilitazione, formazione professionale e inserimento lavorativo; ricerca scientifica rivolta alle innovazioni tecnologiche e al miglioramento dell’efficacia degli interventi a beneficio degli utenti.
In occasione di tale importante passaggio, le attività, ma soprattutto le persone, sono in questi giorni al centro di una mostra fotografica intitolata Guardiamo Oltre. Dagli sguardi alle prospettive, dalla disabilità all’integrazione, inaugurata l’11 novembre nel Porticato di Palazzo Ducale a Genova e aperta fino a martedì 18 novembre.
Nei cinquanta scatti realizzata dalla fotografa Margherita Loewy, i protagonisti sono i neonati, i bambini, i ragazzi, gli adulti, gli anziani, portatori di deficit fisici e psichici, e anche il personale medico-infermieristico e i volontari, «tutti con uno sguardo aperto, vero, rivolto alla luce – come si legge nella presentazione dell’iniziativa -. I ritratti scolpiscono plasticamente i dettagli di volti vividi, eloquenti, che guardano al futuro con fiducia e positività, ma anche spesso segnati dal tempo e da percorsi di accettazione e autodeterminazione faticosi. Le attività, raccontate attraverso immagini di precisa valenza documentaria, trasmettono l’emozione e l’empatia tra operatore e paziente, facendo scaturire una documentazione forte, senza veli, di grande impatto emotivo».
«Le immagini in mostra – è la conclusione – fanno parte esse stesse del percorso di rinnovamento dell’immagine dell’Istituto, che accompagna la sua evoluzione in Fondazione, in linea con la filosofia di mettere sempre al centro le persone. E il messaggio Guardiamo Oltre è stato scelto per indicare come al Chiossone, con il lavoro quotidiano, si guardi oltre al limite della disabilità, per puntare alla valorizzazione di tutto ciò che la persona può ancora mettere in campo». (S.G.)
Per ulteriori informazioni e approfondimenti: Ufficio Stampa Istituto David Chiossone (gardella@studiocomunicazionegardella.it).
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