Le frasi famose che richiamano gli astri del firmamento sono innumerevoli, basti pensare alla nota canzoncina pubblicitaria «Le stelle sono tante, milioni di milioni…». Talvolta, però, le stelle sono troppe, come quelle che si attribuiscono molti alberghi che a termini di legge dovrebbero addirittura essere dichiarati inagibili.
È il caso, fra tanti, dell’unico albergo “a cinque stelle” di Brescia, di cui si è letto recentemente su queste stesse pagine; e non soltanto perché è sprovvisto di un servizio igienico per persone con disabilità, ma perché non è neppure attrezzato con percorsi tattili e mappe a rilievo, che permettano «l’orientamento e la riconoscibilità dei luoghi e delle fonti di pericolo per chiunque e in particolare per i non vedenti, per gli ipovedenti e per i sordi» (articolo 1, comma 2c del DPR 503/96). È probabile infatti che nell’ascensore vi siano i tasti con i numeri a rilievo e in Braille, ma se non vi è un percorso da seguire, un cieco non potrà trovare l’ascensore e, se dev’esservi accompagnato, tanto vale che sia l’accompagnatore a premere i tasti!
In ogni caso, la mancanza di queste segnalazioni che garantiscono a un non vedente l’accessibilità in condizioni di «adeguata sicurezza e autonomia» alla reception, ai punti di ristoro, ai servizi igienici e alle vie d’esodo in caso di emergenza – come prescrive il Decreto Ministeriale 236/89 – significa che le barriere architettoniche senso-percettive non sono state neppure prese in considerazione.
E qui dobbiamo garbatamente e parzialmente correggere l’Assessore alle Politiche della Mobilità di Brescia, Federico Manzoni, quando dice («Superando.it» del 14 novembre scorso) che le carenze dell’albergo «non sono di responsabilità dell’Amministrazione Comunale».
È vero, infatti, che è il progettista o comunque un tecnico di fiducia del committente dell’opera a dover firmare una dichiarazione di conformità alla normativa vigente e una perizia giurata dello stesso tenore, ma a parte il controllo che dovrebbe essere esercitato dal funzionario delegato a rilasciare il certificato di agibilità, una volta venuta a galla la macroscopica presenza di barriere architettoniche, siamo sicuri che il Comune abbia assegnato un termine per l’adeguamento della struttura ricettiva?
Se poi volessimo essere un po’ più severi, ci sarebbe da applicare l’articolo 82, comma 7 del DPR 380/01 [Testo Unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia edilizia, N.d.R.], che prevede sanzioni a carico del progettista, del RUP [Responsabile Unico del Procedimento, N.d.R.], del direttore dei lavori e del collaudatore. Ma noi non vogliamo “vendette”, bensì semplicemente che si diffonda la consapevolezza che le barriere non sono soltanto i gradini e che le persone con disabilità visiva hanno un diritto soggettivo perfetto a una mobilità autonoma e sicura.
Ed è proprio questo il compito dell’INMACI, Istituto Nazionale per la Mobilità Autonoma di Ciechi e Ipovedenti, creato dall’UICI (Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti) e dall’ADV (Associazione Disabili Visivi), e al quale hanno aderito tutte le Associazioni nazionali che si occupano attivamente dell’eliminazione delle barriere senso-percettive.
Oltre alla vigilanza sull’applicazione della legge, l’INMACI offre a Enti Pubblici e Privati la consulenza gratuita per la progettazione dei segnali e percorsi tattilo-vocali LVE, gli unici che le Associazioni di categoria dichiarano essere idonei ad ottemperare alla normativa prestazionale vigente.
Purtroppo, il Comune di Brescia non si è avvalso finora di tale collaborazione, che potrebbe assicurare l’omogeneità delle soluzioni a livello nazionale, requisito essenziale di ogni sistema di segnaletica.
L’auspicio, quindi, che desideriamo formulare è che a Brescia, così come nelle altre città, oltre a controllare che siano eliminate anche le barriere percettive nelle nuove strutture private aperte al pubblico, il Comune, in sede di riqualificazione, adegui anche gli edifici pubblici, come ad esempio il Palazzo Broletto che, ci perdoni l’assessore Manzoni, non è tuttora a norma, per lo stesso motivo che inficia l’albergo pluristellato.