«Più di un milione di tweet contro le donne, 6mila antisemiti, più di 100 mila quelli omofobi, 154 mila a sfondo razzista e quasi 500 mila contro i disabili»: sono questi i dati che l’Agenzia «Redattore Sociale» riprende dalla Mappa dell’intolleranza, presentata in questi giorni nella Sala Monumentale della Presidenza del Consiglio, iniziativa promossa da Vox – Osservatorio Italiano sui Diritti e realizzata in collaborazione con le Università di Bari, Milano e Roma, basandosi sullo studio di quasi due milioni di tweet estratti dal social network Twitter.
Da segnalare che il risultato è una vera e propria mappa, in quanto i tweet sono stati “geolocalizzati”, per potere avere una precisa indicazione delle zone maggiormente a rischio di intolleranza e odio. In tal senso sembra che le Regioni più intolleranti siano la Lombardia, la Campania, l’Abruzzo e la Puglia, con picchi differenti a seconda del gruppo discriminato preso di mira.
«Rispetto ai termini utilizzati per le offese nei confronti delle cinque categorie studiate – si legge ancora in “Redattore Sociale” – risulta quasi sempre presente il collegamento con la dimensione corporea e l’atto fisico, nonché il fatto che il termine che identifica la donna, l’ebreo, l’omosessuale, il disabile, lo straniero viene spesso associato a parolacce che indicano sporcizia e contaminazione. La mappa vuole essere uno strumento utile per prevenire e quindi poter agire, avendo a disposizione i dati di un fenomeno violento e discriminatorio».
«Questa ricerca – ha commentato in sede di presentazione della Mappa Ivan Scalfarotto, sottosegretario al Ministero delle Riforme Costituzionali e dei Rapporti con il Parlamento – fa capire quanto fa male subire parole di odio. Non credo che l’Italia sia un Paese che odia, ma che si sia addormentato; è importante, quindi, accendere i riflettori sul peso delle parole».
«I dati dell’indagine voluta da Vox – ha sottolineato dal canto suo Giovanna Martelli, consigliera del Presidente del Consiglio in materia di Pari Opportunità – sono utili anche per promuovere politiche integrate a livello territoriale che tengano conto del riconoscimento dei diritti, anche facendoli entrare nelle politiche economiche».
Da parte nostra, riteniamo che un dato di 479.654 “cinguettii” offensivi (questo il numero esatto) registrati nei confronti delle persone con disabilità in circa otto mesi (rivolti in particolare verso le persone con sindrome di Down o portatrici di menomazioni fisiche), oltre a sorprendere per la quantità – ben superiore a quella di quasi tutti gli altri gruppi presi in considerazione – non possa non far riflettere a lungo (senza nemmeno dimenticare che gli altri gruppi esaminati comprendono sia le donne che i gay, persone cioè che in caso di disabilità rischiano di vedere moltiplicata la loro situazione di discriminazione). (S.B.)
Ringraziamo Ilaria Sesana per la segnalazione.
Sul tema qui trattato, suggeriamo anche la lettura dell’approfondimento pubblicato nel sito «Condicio.it».
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