Salute: diritti dei cittadini a rischio

«Con i tagli al Servizio Sanitario Nazionale sanciti dall’intesa tra Governo e Regioni - sottolineano dal Tribunale per i Diritti del Malato di Cittadinanzattiva - verranno acuiti i problemi delle persone: Livelli Essenziali di Assistenza sempre meno garantiti, taglio dei servizi e compressione dei diritti e delle tutele dei cittadini». «La formula resta sempre la stessa - rincarano la dose dal Sindacato CGIL -: fare cassa con le risorse necessarie a garantire i diritti dei cittadini»

Mano che con una forbice taglia la parola Sanità

«Siamo profondamente delusi e preoccupati per il taglio di 2 miliardi e 352 milioni di euro al finanziamento del Servizio Sanitario Nazionale per il 2015 sancito da Governo e Regioni con l’intesa di questi giorni. Con questa scelta, infatti, Servizio Sanitario Nazionale dovrà purtroppo dovrà contare su circa 220 milioni di euro in meno rispetto al 2014, che diventeranno 500, considerando anche il taglio alle risorse per l’edilizia sanitaria. Il tutto verrà scaricato ancora una volta sui redditi delle famiglie».
Sono dichiarazioni di Tonino Aceti, coordinatore nazionale del Tribunale per i Diritti del Malato di Cittadinanzattiva, dopo l’intesa raggiunta tra Governo e Regioni che, come imposto dall’ultima Legge di Stabilità, prevede pesanti tagli ai bilanci regionali, decurtando appunto oltre 2 miliardi e 350 milioni di euro alla Sanità.
«Evidentemente – sottolinea ancora Aceti – per Governo e Regioni la salute dei cittadini e la salvaguardia del Servizio Sanitario Nazionale non sono una priorità politica sulla quale investire. E ad aggravare il quadro vi è anche il fatto che questo taglio giunge in un momento in cui gran parte degli adempimenti previsti dal Patto per la Salute 2014-2016* sono ancora al palo e quindi nessuna delle riforme volute per rendere il Servizio Sanitario Nazionale più efficace, efficiente e accessibile è stata ancora realizzata».
«Il risultato immaginabile – conclude il coordinatore del Tribunale per i Diritti del Malato – sarà di acuire i problemi delle persone: Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) sempre meno garantiti, taglio dei servizi e compressione dei diritti e delle tutele dei cittadini. In tutto questo, per citare solo due elementi, l’aggiornamento dei LEA e l’accesso effettivo ed equo ai farmaci per l’epatite C rischiano di essere l’ennesimo annuncio».

Assai dura, dopo l’intesa tra Governo e Regioni, è anche la presa di posizione di Vera Lamonica, responsabile della Segreteria Confederale CGIL, secondo la quale «dopo anni di tagli, la formula resta sempre la stessa: fare cassa con le risorse necessarie a garantire i diritti dei cittadini. Si prosegue infatti lungo la strada della politica di austerity, che considera il welfare solo un costo invece che un grande investimento per creare benessere, sviluppo e occupazione. Anche per questo continuerà la nostra mobilitazione con la campagna nazionale Salviamo la Salute, da noi avviata ormai da alcuni mesi». (S.B.)

*Il Patto per la Salute – del quale nel luglio del 2014 è stato definito quello per il 2014-2016 – è un accordo finanziario e programmatico tra il Governo e le Regioni, di valenza triennale, in merito alla spesa e alla programmazione del Servizio Sanitario Nazionale, finalizzato a migliorare la qualità dei servizi, a promuovere l’appropriatezza delle prestazioni e a garantire l’unitarietà del sistema.

Per ulteriori informazioni e approfondimenti: stampa@cittadinanzattiva.it; s.cecconi@cgil.it.

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