«Ben venga la verifica richiesta attraverso l’Interrogazione Parlamentare; si dimostrerà che nelle Marche il diritto all’assistenza delle persone disabili è stato fortemente potenziato dall’assunzione delle delibere che hanno rimodulato la ripartizione degli oneri tra servizio sanitario e gli utenti». Inoltre, «per i Centri Diurni per Disabili viene aumentata del 400% la quota a carico della sanità, con conseguente sgravio di quella a carico dei cittadini e dei Comuni, per migliorare ulteriormente i servizi resi, mentre per i cittadini e i Comuni incapienti è previsto un intervento di integrale copertura, da parte della Regione, con il fondo di solidarietà». Infine, «relativamente alle prestazioni tutelari domiciliari, già ora la Regione garantisce una quota di intervento complessivo superiore al 50% di quella prevista a carico della sanità», tema, questo, che «è oggetto, nelle Marche, di una attenzione profonda quale è difficile riscontrare in altre regioni, tanto più che la Regione può permettersi di intervenire con proprie risorse essendo da anni in equilibrio economico certificato da Ministero dell’Economia e Corte dei Conti».
Vengono riportate così, in un lancio dell’ANSA, le dichiarazioni degli assessori regionali delle Marche alla Salute Almerino Mezzolani e ai Servizi Sociali Luigi Viventi, in risposta all’Interrogazione Parlamentare di cui abbiamo riferito nei giorni scorsi, presentata da alcuni senatori del Partito Democratico (prima firmataria Nerina Dirindin, insieme ad altre parlamentari marchigiane, quali Silvana Amati e Camilla Fabbri), con la richiesta di verificare la correttezza di quanto recentemente deliberato dalla Regione Marche in tema di assistenza domiciliare e di Centri Diurni per persone con grave disabilità.
In particolare, quell’Interrogazione riguardava la mancata applicazione delle disposizioni contenute nei Livelli Essenziali di Assistenza Sociosanitaria, che obbliga il sistema sanitario a garantire le prestazioni di assistenza tutelare nell’assistenza domiciliare, assumendo il 50% del costo delle prestazioni.
Altro punto discusso era stata poi la mancata applicazione della stessa normativa che obbliga il sistema sanitario, nei Centri Diurni per disabili gravi, ad assumere il 70% del costo del servizio.
Nel ribadire dunque gli argomenti già sottolineati in precedenza («Nei Centri Diurni per Disabili Gravi, la sanità deve pagare il 70% della tariffa, ai sensi della normativa nazionale, mentre la Regione, come stabilito dalle Delibere di Giunta 1195/13 e 1331/14, prevede di pagare tale quota per circa il 65% degli utenti. Per quanto poi riguarda l’assistenza tutelare nelle cure domiciliari, il 50% del costo della prestazione dev’essere assunto dalla sanità, ciò che non accade nella nostra Regione»), le decine di organizzazioni che compongono la Campagna Trasparenza e diritti e il CAT Marche rispondono a loro volta in una nota agli assessori Mezzolani e Viventi, chiedendo loro di «dimostrare la fondatezza delle loro dichiarazioni, quando sostengono che “la Regione garantisce una quota di intervento complessivo superiore al 50% di quella prevista a carico della sanità” e che quanto affermato nell’Interrogazione Parlamentare e da noi sostenuto in una lettera inviata al Ministero della Salute è falso. Quando e dove, infatti, a domicilio delle persone non autosufficienti, l’ASUR [Azienda Sanitaria Unica Regionale, N.d.R.] eroga l’assistenza tutelare e la paga al 50%? Gli Assessori lo specifichino, altrimenti sarà proprio la loro affermazione a risultare priva di verità».
«Quanto poi al citato fondo di solidarietà – aggiungono i rappresentanti di Trasparenza e diritti e del CAT Marche – ne valuteremo i contenuti quando saremo messi nella condizione, di visionarne l’atto». (S.B.)
Per ulteriori informazioni e approfondimenti: trasparenzaediritti@gmail.com; segreteriacatmarche@gmail.com.
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