Vorrei qui esprimere la mia grande preoccupazione per il Documento di Economia e Finanza (DEF), approvato il 10 aprile scorso dal Consiglio dei Ministri, in relazione a possibili “razionalizzazioni” dei fondi per l’assistenza alle persone con disabilità.
Infatti, secondo quanto riportato anche dalla testata on line «SuperAbile INAIL», in riferimento alla spesa per anziani e disabili, che tenderà ad aumentare nei prossimi anni per l’invecchiamento della popolazione, il DEF prevede che proseguirà «la razionalizzazione della spesa per invalidità, finalizzata ad eliminare differenze interregionali e intra regionali non giustificate e sarà sviluppato un nuovo modello di assistenza sociale più equo, che ottimizzi il coordinamento tra gli enti preposti (Inps, comuni, Asl)».
Ebbene, è almeno dal 2010 che si tende ad eliminare o a ridurre le indennità di accompagnamento e altri fondi di cui godono le persone con disabilità. Si spera dunque che il Governo non persegua questo obiettivo e non faccia proprie le proposte arrivate dall’onorevole Yoram Gutgeld, nuovo commissario alla Spending Review, rese pubbliche in più occasioni e ad esempio anche nel corso della trasmissione televisiva di La7 Otto e mezzo, andata in onda il 9 aprile scorso.
E del resto, già in un’intervista dell’agosto 2013, rilasciata all’«Unità», Gutgeld aveva sostenuto che le indennità di accompagnamento «si potrebbero eliminare e offrire alle persone disabili maggiori servizi».
Ritengo che si debbano certamente eliminare gli sprechi e i privilegi di ogni genere e in ogni settore, ma che si debba anche evitare di accanirsi ancora sulle persone effettivamente più deboli e in difficoltà, mettendo a rischio, nei casi più gravi, la loro stessa sopravvivenza.
Bisognerebbe invece prevedere un piano che consentisse di offrire a questi cittadini servizi aggiuntivi e non sostitutivi delle indennità di accompagnamento, di aumentare le risorse per la ricerca biomedica, di favorire l’inserimento al lavoro e di eliminare gli ostacoli e le barriere che impediscono loro di godere delle pari opportunità e di condurre una vita autonoma e dignitosa, come prevedono sia la Costituzione Italiana che la Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità.