«A volte l’assistenza domiciliare alle persone con disabilità non viene concessa, ma fortunatamente alcuni Tribunali italiani hanno definito discriminatoria, ai sensi della Legge 67/06 [“Misure per la tutela giudiziaria delle persone con disabilità vittime di discriminazioni”, N.d.R.], la mancata erogazione dell’assistenza domiciliare indiretta, ossia con operatori scelti direttamente dalla persona disabile, da parte dei Servizi Sociali del Comune».
Sono parole di Emanuela Astolfi, presidente dell’Associazione di Solidarietà Sociale Avvocato del Cittadino, che fa riferimento ad esempio alla Sentenza con cui qualche mese fa il Tribunale di Ascoli Piceno ha condannato il Comune marchigiano a risarcire una persona con grave disabilità, alla quale per otto anni non era stata appunto riconosciuta l’assistenza domiciliare indiretta. Una Sentenza che, come avevamo riferito a suo tempo, è stata quasi certamente la prima in Italia ad avere riconosciuto una situazione di discriminazione, per mancata erogazione di servizi sociali.
Già nota dunque per avere recentemente lanciato l’azione collettiva denominata Stop barriere architettoniche, contro l’inaccessibilità del trasporto pubblico a Roma, affiancata dal gruppo musicale dei Ladri di Carrozzelle, con l’obiettivo di chiedere un risarcimento di 2.000 euro per ciascuna persona con disabilità danneggiata da tale inaccessibilità, l’Associazione Avvocato del Cittadino rivolge ora la propria attenzione anche alla questione dell’assistenza domiciliare, dichiarando di voler sostenere tutte le persone con disabilità cui venga negato tale fondamentale servizio, senza il quale, sottolinea Astolfi, «viene minata la stessa dignità umana delle persone». (S.B.)
Per ulteriori informazioni e approfondimenti: avvocatodelcittadino@tiscali.it.