«Siamo molto soddisfatti che la FISH sia esattamente nel solco di quelle che sono le riflessioni più avanzate in tema di diritti umani. Le persone con disabilità devono poter scegliere dove vivere e con chi vivere. Le politiche sociali devono favorire innanzitutto la domiciliarità e solo in casi particolari contribuire alla realizzazione di soluzioni alternative che comunque, per standard e organizzazione, devono riprodurre il contesto familiare»: così Vincenzo Falabella, presidente della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), commenta la Dichiarazione Scritta «sulla promozione della deistituzionalizzazione dei disabili nell’Unione Europea», della quale tredici Parlamentari Europei – purtroppo, fatto tristemente degno di nota, nessuno dei quali italiano – chiedono la sottoscrizione ai colleghi.
«Se il documento raccoglierà l’adesione della maggioranza del Parlamento Europeo – sottolineano dalla FISH – diventerà un atto di indirizzo di storica rilevanza culturale e politica».
E del resto, lo stesso Falabella, solo ieri, come avevamo riferito nel nostro giornale, si era pronunciato così rispetto al Disegno di Legge in discussione al nostro Parlamento, riguardante il cosiddetto “Dopo di Noi” delle persone con disabilità: «Chiediamo che per le persone istituzionalizzate in contesti segreganti siano attivati percorsi di supporto alla domiciliarità o di inserimento in contesti che riproducano le condizioni abitative e relazionali della casa familiare. È una battaglia di civiltà che affianchiamo idealmente a quella storica sulla soppressione dei manicomi e alla più recente chiusura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari».
Dalla Dichiarazione presentata al Parlamento Europeo vale certamente la pena riportare testualmente un paio di brani: «In tutta l’Unione europea vi sono centinaia di migliaia di minori, disabili, persone affette da problemi di salute mentale, anziani e persone senza fissa dimora che vivono segregati all’interno di istituti e subiscono per tutta la vita le conseguenze dell’istituzionalizzazione». E ancora: «Gli Stati membri dell’UE dovrebbero essere incoraggiati ad abbandonare l’assistenza istituzionale a favore di un sistema di assistenza e sostegno basato sulla famiglia e sulla comunità [grassetti nostri in queste due citazioni, N.d.R.]».
«La Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità – ricorda ancora Falabella – ribadisce all’articolo 19 [“Vita indipendente ed inclusione nella società”, N.d.R.] il contrasto alla segregazione e all’isolamento. Su questo principio richiamiamo l’impegno politico del nostro Parlamento e quello culturale delle associazioni e delle organizzazioni dell’impegno civile. E ovviamente chiediamo a tutti gli Europarlamentari di sottoscrivere quella Dichiarazione».
Va sottolineato per altro, in conclusione, che l’impegno per la deistituzionalizzazione – e quindi per l’inclusione – delle persone con disabilità è da sempre un tema centrale per la FISH, sul quale è stata anche approvata una specifica mozione all’ultimo congresso della Federazione. (S.B.)
Per ulteriori informazioni e approfondimenti: ufficiostampa@fishonlus.it.
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