«A cavallo sono un re, che vede il mondo sotto di sé»: lo scriveva oltre venticinque anni addietro in un compito a scuola un bimbo con autismo, cui il rapporto con i cavalli aveva cambiato la vita.
Proprio partendo dalla riflessione che l’interazione con gli animali può cambiare la vita a tutti, persone con disabilità o meno, il Maneggio La Bastide di Busto Arsizio (Varese) ha organizzato per sabato 30 maggio (Via Samarate, 150, ore 16.30) una festa di accoglienza per le persone con disabilità, che vedrà i ragazzi e i bimbi già frequentatori della struttura mettere in scena un piccolo spettacolo sui cavalli, per accogliere appunto i nuovi amici.
«L’handicap – sottolinea Michela Lomazzi, responsabile della Bastide – è una difficoltà sempre nuova da affrontare, ogni giorno diversa, e in questo i nostri amici animali ci possono aiutare. In sella, infatti, le difficoltà sembrano meno complicate da superare e l’handicap sbiadisce. I cavalli, innanzitutto, non fanno differenze e vogliono bene a chi li tratta con rispetto e affetto. Inoltre, ci proteggono se ci vedono in difficoltà e con loro si crea un rapporto che può durare tutta la vita. A cavallo, insomma, “siamo tutti re”!».
L’iniziativa è stata organizzata per presentare le nuove lezioni di equitazione per persone con disabilità, offerte dal maneggio sotto la guida di istruttori qualificati. Tali corsi – contraddistinti dalla sigla EDA – sono indicati in particolare per bambini e ragazzi con difficoltà motorie (temporanee o permanenti), e in generale per persone con disabilità fisica e psichica.
«La relazione con il cavallo – spiega ancora Lomazzi – mira ad incentivare l’autostima, l’indipendenza, la concentrazione, ad accrescere la sicurezza, la capacità relazionale e permette di stimolare abilità psicologiche e motorie. Si inizia cercando un rapporto con il pony o il cavallo scelto, per entrare in empatia con l’animale. L’obiettivo è creare un rapporto sereno, spontaneo, sincero, corrisposto e tanto appagante da diventare un aiuto al benessere psichico e fisico, specie in quelle situazioni in cui i contatti interpersonali sono alquanto limitati e difficili. Si aspetta fino a quando ci si sente pronti a salire in sella. E poi via: il cavallo è una presenza viva, concreta, affettiva, in grado di sollecitare sentimenti ed emozioni intense come gioia, serenità, è forte e stabile, trasmette sicurezza». (S.B.)
Per ulteriori informazioni e approfondimenti: Ufficio Stampa La Bastide (Chiara Porta di eo ipso), cporta@eoipso.it.