Non sempre l’ipercolesterolemia (eccesso di colesterolo nel sangue) è dovuta a cattive abitudini di vita. In Italia, infatti, molte persone convivono con livelli elevati di colesterolo LDL – il cosiddetto “colesterolo cattivo” – non a causa di un’alimentazione disordinata e ricca di grassi, ma per ragioni genetiche.
In questi casi si parla di ipercolesterolemia familiare, condizione ereditaria che, nella forma più frequente (eterozigote), si stima colpisca nel mondo tra i 14 e i 34 milioni di persone, mentre nel nostro Paese potrebbero esserne affette circa 120.000/300.000 persone. Inoltre, i soggetti con ipercolesterolemia familiare eterozigote hanno il 50% di possibilità di trasmettere la malattia ai propri figli.
Fare emergere la consapevolezza rispetto all’ipercolesterolemia, ai rischi di essa, alla qualità delle cure e alle opportunità di miglioramento del percorso di assistenza dei pazienti: sono questi gli obiettivi del questionario disponibile online, messo a punto da Cittadinanzattiva, grazie alle sue reti del Tribunale per i Diritti del Malato e del CnAMC (Coordinamento nazionale delle Associazioni dei Malati Cronici), con il coinvolgimento di numerose Società Scientifiche e nell’àmbito dell’iniziativa Colesterolo, una questione di famiglia, realizzata con il supporto non condizionato di Sanofi.
Sin d’ora, dunque, e fino a settembre, le persone affette da ipercolesterolemia familiare o chi ne presenta i sintomi senza ancora essere giunto a una diagnosi certa, possono compilare i dati di tale questionario, in forma anonima, nel sito di Cittadinanzattiva. I risultati verranno poi raccolti ed elaborati in un’indagine civica, che verrà presentata nel mese di novembre. (S.B)
Per ulteriori informazioni e approfondimenti: cnamc@cittadinanzattiva.it.