Resta sempre un sogno poter pensare di iniziare un nuovo anno scolastico senza problemi per gli alunni con disabilità? Sembra proprio di sì, a giudicare, ad esempio, da quanto sta accadendo in queste settimane – come ci càpita di riferire quasi quotidianamente -, con il rischio che in molte Regioni vengano a mancare i servizi di assistenza alla comunicazione, assistenza educativa e trasporto, competenze che prima erano delle Province, mentre oggi, dopo la “Legge Delrio” (Legge 56/14, Disposizioni sulle Città Metropolitane, sulle Province, sulle unioni e fusioni di Comuni), non si sa ancora bene su quale Ente debbano ricadere.
Ma le decisioni che limitano il diritto allo studio di molti alunni con disabilità sono anche altre, come ad esempio quella assunta a Sassari dall’Amministrazione Comunale, che ha deciso di eliminare l’esenzione dal pagamento della mensa scolastica e dello scuolabus per i bambini con disabilità della scuola materna e delle elementari i quali, dal prossimo mese di settembre, dovranno quindi pagare un servizio finora gratuito e che nel caso del trasporto, per altro, la normativa nazionale vorrebbe fosse fornito gratuitamente per tutta la scuola dell’obbligo.
A prendere duramente posizione su tale questione sono le componenti locali di numerose note Associazioni, dall’AISM (Associazione Italiana Sclerosi Multipla) all’ANGSA (Associazione Nazionale genitori Soggetti Autistici), dall’UFHA (Unione Famiglie Handicappati) alla UILDM (Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare), tutte aderenti o aderenti benemerite alla FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), insieme all’UICI (Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti), all’ANPA Sardegna (Associazione Nazionale Persone Autistiche) e all’Associazione La Sorgente.
«Si tratta di una decisione – scrivono in una nota i rappresentanti di tali organizzazioni – che va a colpire due volte una fascia di cittadini molto debole, perché bambini e perché disabili. La disabilità costa e le famiglie, per sostenere i costi della disabilità, diventano sempre più povere e sempre più stanche. La presenza di un figlio disabile, inoltre, costringe spesso uno dei genitori a rinunciare al lavoro e frequentemente sono le madri a essere costrette a rinunciare all’attività lavorativa per garantire ai propri figli le relative cure, con un enorme sovraccarico assistenziale e spese esorbitanti, perché spesso si deve ricorrere alle terapie private quando il sistema sanitario pubblico non è sufficiente».
La decisione del Comune di Sassari, quindi, «graverà ancor di più sulle famiglie, anche in seguito al fatto che diverse di loro, in queste ultime settimane, si son viste decurtare drasticamente, sempre da parte del Comune, i contributi provenienti dalla Legge Regionale 20/97, relativa ai sussidi economici a favore di persone con disturbo mentale. Tali contributi venivano infatti utilizzati per pagare parte dei necessari interventi terapeutici e riabilitativi. Si verranno perciò a creare situazioni in cui una stessa famiglia dovrà pagare il servizio di scuolabus e mensa scolastica, percependo contemporaneamente la metà dell’importo derivante della Legge 20/97 e tutto ciò non può essere accettato».
«Si possono solo immaginare – prosegue la nota – gli effetti disastrosi di questi tagli, senza la previsione di un qualche sistema di esenzione e senza considerare ad esempio che in una stessa famiglia ci possono essere due bambini con disabilità. Si pensi, per dirne una, a una famiglia con due figli disabili in età scolare che superi anche solo di un euro i 16.000 euro di ISEE [Indicatore della Situazione Economica Equivalente, N.d.R.] e che dovrà quindi pagare la tariffa più alta per entrambi i figli. E per superare 16.000 euro di ISEE (la fascia di reddito più alta prevista dalla Delibera Comunale) è sufficiente che solo uno dei due genitori lavori e che sia un semplice impiegato».
«Pertanto – conclude la nota delle Associazioni – di fronte alle prime notizie che alcune famiglie rinunceranno alla mensa scolastica dal prossimo settembre, perché non in grado di poter pagare, siamo di fronte a una pura e semplice limitazione del diritto allo studio. Per questo dichiariamo la nostra disponibilità a un incontro e chiediamo all’Amministrazione Comunale di Sassari di riconsiderare la decisione presa, in modo da salvaguardare il diritto allo studio e all’inclusione dei bambini con disabilità». (S.B.)
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