C’era una volta, neanche tanto tempo fa, il Libro Bianco sullo sviluppo del sistema sociosanitario in Lombardia [documento pubblicato il 30 giugno 2014, N.d.R.], un documento che indicava come linea di sviluppo del modello di welfare lombardo il passaggio «dalla cura al prendersi cura», non solo uno slogan, ma l’esito di una riflessione critica sull’attuale sistema sociosanitario, basato sul cosiddetto “quasi mercato” delle prestazioni, in cui la persona-utente debba scegliere liberamente da chi farsi curare. «Quando invece il paziente è cronico – si legge a pagina 10 del citato Libro Bianco – e va preso in carico, lo strumento non funziona più altrettanto bene». «La competizione tra soggetti erogatori – e qui siamo a pagina 22 – è però anche potenzialmente pericolosa, perché rischia di tradursi in una generazione di domanda inappropriata».
Ebbene, nell’anno trascorso dalla pubblicazione di quel Libro Bianco sono stati raccolti pareri e contributi, presentati cinque Progetti di Legge Regionale, un maxi emendamento e un ulteriore emendamento che rappresenta oggi il testo posto in discussione al Consiglio Regionale.
Di passaggio in passaggio, è cresciuta l’attenzione al riordino del sistema di governo, a scapito di una vera discussione su come fosse possibile riformare sul serio un sistema sociosanitario in crisi, perché sempre meno capace di offrire risposte efficaci ai bisogni e ai diritti dei cittadini e, per questo motivo, sempre meno sostenibile anche dal punto di vista economico.
«La riforma che va in discussione in questi giorni – dichiara a tal proposito Sergio Silvotti, portavoce del Forum del Terzo Settore Lombardia – anziché risolvere i problemi esistenti, rischia di radicalizzarli. Ma c’è ancora tempo per rimediare. Le nostre proposte, già più volte presentate ai Consiglieri Regionali, sono semplici: definire la presa in carico come un diritto esigibile del cittadino con fragilità, incrementare la responsabilità dei Comuni ad ogni livello di programmazione, coinvolgere le organizzazioni di Terzo Settore, non solo come enti gestori, ma anche come co-progettisti. Siamo, nonostante tutto, fiduciosi che il Consiglio Regionale sappia trovare il modo di prenderle in considerazione e di accoglierle». (G.M.)
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