Un ampio documento, intitolato Disabilità e lavoro: dal diritto teorico all’inclusione reale, è stato prodotto congiuntamente da FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) e UICI (Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti), a firma dei rispettivi presidenti Vincenzo Falabella e Mario Barbuto, e dall’organizzazione sindacale CISL (a firma del segretario confederale Maurizio Bernava).
Vi si tratta un tema quanto mai caldo e attuale, come quello riguardante lo schema di Decreto Legislativo (Atti del Governo n. 176), attuativo della delega di cui alla Legge 183/14, meglio nota come Jobs Act. Ebbene, il Capo I di quello schema di Decreto – che attende in questi giorni i pareri della Conferenza Stato-Regioni e delle Commissioni di Senato e Camera – è dedicato al collocamento mirato delle persone con disabilità.
«Apprezziamo – si legge in un comunicato stampa prodotto anch’esso da FISH, UICI e CISL, a margine del citato documento – il lodevole intento di rendere reali ed efficaci il diritto al lavoro delle persone con disabilità e il collocamento mirato profilati dalla Legge 68/99, ma, fino ad oggi, molto lontani dall’essere una tangibile concretezza. Chiediamo dunque alle competenti Commissioni di Senato e Camera e alla Conferenza Stato-Regioni di formulare pareri pienamente favorevoli, cosicché il Decreto possa speditamente essere approvato, per diventare operativo».
«Si tratta di un testo dalla volontà spiccatamente inclusiva – sottolinea il presidente della FISH Falabella – che è il risultato di un lungo percorso e l’inizio – lo speriamo – di una nuova fase. Vi sono indicazioni ampiamente maturate in sedici anni di confronti, analisi, tavole rotonde, documenti e approfondimenti».
«Su questi temi centrali – aggiunge il segretario confederale della CISL Bernava – abbiamo condiviso attivamente il lavoro dell’Osservatorio Nazionale sulla Condizione delle Persone con Disabilità, istituito in base alla Convenzione ONU. Plaudiamo, quindi, con viva soddisfazione, al recepimento nel Decreto di gran parte degli indirizzi emersi in quella sede. Gli attriti di questi giorni si fondano in realtà sull’evidente equivoco tra chiamata nominativa e assunzione diretta, o si basano sull’analisi non aggiornata delle norme».
«L’unica preoccupazione reale sul testo dello schema di Decreto – annota infine il presidente dell’UICI Barbuto – riguarda l’istituto dell’assunzione diretta, che consente al datore di lavoro di adempiere all’obbligo e accedere ai finanziamenti del Fondo Nazionale senza alcun contatto con i servizi competenti. Questa procedura rischia di penalizzare proprio le disabilità più gravi».
È ancora la nota congiunta di FISH, UICI e CGIL a soffermarsi sulle varie novità ventilate nello schema di Decreto di cui si parla, ritenute «non certo di poco conto, sia sul fronte dei servizi per l’impiego che su quello delle politiche attive che, infine, del monitoraggio di un fenomeno con ancora troppi coni d’ombra informativi».
Innanzitutto, si spiega, «l’inclusione lavorativa dovrebbe essere garantita da un sistema razionale e certo di accomodamenti ragionevoli e dall’istituto del disability manager (organismo collegiale). Parte integrante delle politiche attive è poi la revisione degli incentivi per l’assunzione: le agevolazioni, che vengono innalzate, prolungano la loro durata (60 mesi nel caso di persone con disabilità intellettiva e psichica) e se ne rende automatica l’erogazione, brevi e certi i tempi. In coerenza infine con la Legge 68/99, che assegna alla chiamata nominativa un ruolo di primo piano, lo schema di Decreto sancisce una modalità già ampiamente applicata, che consente proprio di selezionare la “persona giusta” e collocarla, attraverso l’insieme degli strumenti a disposizione, nel “posto giusto”: e questa è inclusione!».
«L’istituto della chiamata numerica – si puntualizza ancora – che oggi è usato essenzialmente per le aziende non ottemperanti, viene ridisegnato dallo schema di Decreto, che limita fortemente molte “scappatoie” fino ad oggi possibili e impone tempi e controlli molto più stringenti. Una serie di misure hanno poi l’effetto di allargare la disponibilità di posti di lavoro, mentre per colmare le molte carenze informative – che limitano il monitoraggio e gli interventi sul fenomeno dell’inoccupazione delle persone con disabilità – viene istituita all’interno della Banca Dati Politiche Attive e Passive l’apposita Banca Dati del Collocamento Mirato, fermo restando, come fatto indispensabile, che le informazioni vengano rese disponibili anche alle rappresentanze delle parti sociali e delle associazioni di persone con disabilità».
«Lo schema di Decreto – intendono sottolineare a una voce Falabella, Barbuto e Bernava – non affronta per altro una più profonda riforma degli esoneri ed esclusioni, e sarà dunque opportuno affinare gli interventi. Inoltre, siamo molto perplessi per la proposta, contenuta in un altro schema di Decreto, di abrogare le commissioni “tripartite” del lavoro e conseguentemente i comitati tecnici».
Concludono, i responsabili di FISH e UICI e il segretario confederale della FISH, con un obiettivo per l’immediato futuro, augurandosi cioè, nel prossimo mese di settembre, «di poter agire per rilanciare e rafforzare il diritto al lavoro delle persone con disabilità, a partire dalle Linee Guida sul collocamento mirato, insieme a tutte le forze sociali, sindacali, associative, datoriali». (S.B.)
Ricordiamo ancora ai Lettori la disponibilità dell’ampio documento intitolato Disabilità e lavoro: dal diritto teorico all’inclusione reale, prodotto congiuntamente da FISH, UICI e CISL. Per ulteriori informazioni e approfondimenti: ufficiostampa@fishonlus.it.
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