«Nessuno può considerarsi cittadino attivo se non viene messo in condizione di partecipare alla costruzione della propria storia e di quella della comunità di cui è parte. Tutte le persone con sindrome di Down sono titolari di diritti di cittadinanza e possono essere cittadini attivi. Le nostre iniziative hanno l’obiettivo di sostenerli in un percorso di presa di coscienza di cosa possano concretamente fare per agire in qualità di cittadini attivi e, di conseguenza, esercitare i propri diritti ed esprimere liberamente le proprie scelte».
Così Carlotta Leonori – che ne è la responsabile – spiega il significato di due nuovi progetti paralleli lanciati in questi giorni dall’AIPD (Associazione Italiana Persone Down), denominati rispettivamente Tu cittadino come me e Diritto e diritti, della durata di sei mesi il primo, di un anno il secondo.
Il primo passo di tale percorso – che si propone anche l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica e le Istituzioni circa l’uso di un linguaggio davvero comprensibile per tutti – è un sondaggio conoscitivo strutturato su un questionario (attivo fino al 30 settembre e visionabile qui), per raccogliere presso le persone con sindrome di Down informazioni sull’attuale esercizio di voto, sul loro interesse per la politica, oltreché sul loro parere nei confronti della società in cui vivono.
Sono esattamente diciassette le Sezioni dell’AIPD coinvolte nei due progetti (Arezzo, Bari, Belluno, Caserta, Catanzaro, Latina, Mantova, Marca Trevigiana, Milazzo-Messina, Oristano, Pisa, Potenza, Reggio Calabria, Roma, Termini Imerese, Venezia e Versilia) e altrettante le persone con sindrome Down per Tu cittadino come me, il doppio invece (trentaquattro) per Diritto e diritti. (S.B.)
Per ulteriori informazioni e approfondimenti: ufficiostampaaipd@gmail.com (Marta Rovagna).
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