È con particolare piacere che segnaliamo il riconoscimento conferito a Giampiero Griffo, una delle principali “firme” che ci onoriamo di ospitare nel nostro giornale, membro del Consiglio Mondiale di DPI (Disabled People’s International) e uno dei “padri italiani” della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, oltreché responsabile della Sezione sulle Diversità della Biblioteca Nazionale di Napoli.
Griffo, infatti, è stato insignito del Premio Amato Lamberti, nella categoria Cittadinanza, «per essersi distinto nell’associazionismo di difesa dei diritti umani delle persone con disabilità fin dal 1972 anche in campo internazionale».
Dedicato ai temi della legalità e dell’impegno civile, il Premio Lamberti, giunto alla sua seconda edizione, è intitolato alla memoria del sociologo, giornalista e politico Amato Lamberti. A organizzarlo è l’Associazione campana Jonathan e il gruppo di imprese sociali Gesco, con il sostegno di Whirlpool-Indesit e l’obiettivo di valorizzare, attraverso il riconoscimento di esempi concreti e solidali, la responsabilità sociale come modello e strumento di cittadinanza attiva.
«Mi onora ricevere questo premio – dichiara Griffo – ricordando Amato Lamberti, figura importante per la lotta alla camorra, l’impegno ecologico e la partecipazione sociale. Purtroppo in questi anni il “sociale” è stato visto come un “peso”, una zavorra da alleggerire, con tagli a risorse economiche e riduzione di servizi. L’idea che la società debba solo crescere economicamente, finanziando esclusivamente attività “produttive”, sta portando a un peggioramento della qualità di vita di fasce sempre più ampie di popolazione. Ma si può crescere senza garantire a tutti i benefìci dello sviluppo? Oggi il tema è all’ordine del giorno».
«Personalmente – prosegue Griffo – credo che la globalizzazione economica necessiti di una globalizzazione del rispetto dei diritti umani. Lo vediamo per le decine di migliaia di profughi che scappano dalle guerre e dalle violenze, per i milioni di persone del mondo che vivono sotto la soglia di povertà e anche nei Paesi ricchi le forme di discriminazione e mancanza di pari opportunità sono palesi, colpendo giovani, donne, anziani, persone con determinate caratteristiche».
«Come recita la Convenzione sui Diritti delle Persone con Disabilità delle Nazioni Unite – conclude l’esponente di DPI – la disabilità è la relazione tra le caratteristiche delle persone e le barriere ambientali, sociali, culturali e comportamentali che ne limitano o impediscono la piena partecipazione, in eguaglianza con gli altri cittadini. La disabilità appartiene a tutto il genere umano, che nell’arco di una vita vivrà questa esperienza. Inoltre, le società disabilitano sempre più persone per l’etnia, la religione, il luogo di nascita, l’orientamente sessuale, il genere, l’età, le caratteristiche psicofisiche e così via. Rimuovere le condizioni di disabilità è una convenienza economica e sociale, rispettare le diversità umane è un valore universale, garantire i diritti umani di tutti è un impegno legale e morale di tutta la comunità internazionale e della comunità italiana. Solo riconoscendo il valore della diversità di ogni appartenente al genere umano, riusciremo a superare gli stigma sociali e comportamentali che escludono, emarginano e discriminano miliardi di persone nel mondo». (S.B.)