La prima pietra – come avevamo ampiamente riferito a suo tempo – era stata posata nel mese di maggio del 2014. Ora, poco meno di un anno e mezzo dopo, è arrivato il momento dell’inaugurazione per la Nuova Brunella, Centro Multiservizi per le Disabilità e la Famiglia, innovativa struttura situata nel cuore di Varese (Via Crispi, 4, ex Convento dei Frati Francescani), nella quale ci si prenderà cura dei crescenti bisogni delle persone con disabilità e di molte famiglie che vivono una condizione di fragilità.
Il progetto, lo ricordiamo, è stato promosso dalla Fondazione Renato Piatti – costituita nel 1999 a Varese, per volontà di alcuni soci dell’ANFFAS locale (Associazione Nazionale Famiglie di Persone con Disabilità Intellettiva e/o Relazionale), allo scopo di progettare, realizzare e gestire servizi a favore delle persone con disabilità intellettiva e relazionale e delle loro famiglie – in collaborazione con la Fondazione Istituto La Casa di Varese e la citata ANFFAS, senza dimenticare il fondamentale apporto economico della Fondazione Cariplo, nell’àmbito del proprio Piano degli Interventi Emblematici e il prezioso sostegno di numerosi cittadini, imprese e altre fondazioni, che hanno donato un “mattone virtuale” per il lavori di riqualificazione, oltre all’avallo e alla condivisione dell’iniziativa, sin dalle prime fasi, da parte della Regione Lombardia, della Provincia, del Comune e dell’ASL di Varese.
«Ora che La Nuova Brunella è una realtà – dichiara Cesarina Del Vecchio, presidente della Fondazione Piatti – il mio pensiero va a coloro che nel futuro prossimo troveranno qui accoglienza e risposta ai loro bisogni: bambini, adulti, genitori, fratelli, sorelle, famiglie. Mi piace pensare che questo Centro diventerà un crocevia di esperienze, un catalizzatore di nuove opportunità e soprattutto il luogo dell’inclusione: più servizi, più persone, più vicinanza, più scambio. Non è solo un auspicio, è un obiettivo. A tutti coloro i quali ci sono stati vicino in questo importante momento, rivolgo il mio immenso grazie. Una vicinanza che ci dà lo slancio per impegnarci anche oltre, convinti che in questo luogo intriso di spirito di solidarietà, potremo rinnovare la nostra missione e migliorare la qualità della vita delle persone più fragili e delle loro famiglie. Sperimentando, innovando laddove possibile, ma sempre animati dal principio che ci contraddistingue: la centralità della persona».
Il Centro è ripartito esattamente su cinque livelli, prevedendo una serie di strutture che nei prossimi mesi diventeranno via via operative. Si parla in particolare del Centro Riabilitativo per l’Infanzia e l’Adolescenza (che presumibilmente aprirà tra fine 2015 e inizio 2016), dedicato ai percorsi riabilitativi per bambini ai quali sia stato diagnosticato un disturbo dello spettro autistico o un disturbo pervasivo dello sviluppo. Nella fase iniziale esso si occuperà di circa trenta bambini.
Vi è quindi il Centro Residenziale per Giovani e Adulti (apertura presumibilmente prevista entro il primo semestre del 2016), comunità alloggio che ospiterà fino a dieci persone con disabilità intellettive e relazionali, dotate, però, di una buona autonomia. Una vera e propria casa, in cui le persone avranno l’opportunità di vivere in modo indipendente, ma, nello stesso tempo, protette, pur non risiedendo più nella loro abitazione d’origine. Un supporto importante anche per le famiglie e in particolar modo per i genitori che con l’avanzare dell’età faticano sempre più a sostenere i propri cari con disabilità.
E ancora, il Centro per la Famiglia, in collaborazione con l’ASL Varese e il Consultorio Fondazione Istituto La Casa (apertura presumibile entro la fine del 2016), che lavorerà per offrire interventi di sostegno mirati per famiglie con bambini, giovani, adulti e anziani in condizione di disabilità e altre forme di fragilità.
Infine, il Centro Studi e Formazione, dove si terranno corsi di formazione e aggiornamento rivolti agli operatori che nel quotidiano seguono le persone con disabilità e le loro famiglie.
«Per attivare concretamente i servizi della Nuova Brunella – sottolinea Michele Imperiali, direttore della Fondazione Piatti – c’è ancora da lavorare. Da parte nostra abbiamo chiari gli obiettivi e le aspettative, ed è nostra responsabilità andare avanti con la stessa determinazione messa in campo finora. La gestione caratteristica di tutte le nostre attività non verrà mai minimamente intaccata, quindi le risorse economiche dovranno arrivare dalla raccolta fondi: e qui tutta la comunità potrà darci nuovamente una mano, come è già avvenuto in questi anni». (S.B.)
Per ulteriori informazioni e approfondimenti: comunicazione@fondazionepiatti.it (Maurizio Ferrari).
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