«Da dove verranno tolti questi 800 milioni di euro, cosa sarà incluso nei nuovi Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) e soprattutto, chi ci assicura che non sarà la nuova ennesima promessa disattesa?».
Così Tonino Aceti, coordinatore del Tribunale dei Diritti del Malato di Cittadinanzattiva, commenta l’annuncio del Governo di voler vincolare – in sede di Legge di Stabilità per il 2016 – 800 milioni del Fondo Sanitario Nazionale all’aggiornamento dei LEA, un’intenzione che secondo Aceti lascia aperte molte domande. «Per affrontare il problema – dichiara infatti – servirebbero meccanismi di aggiornamento più flessibili e periodici e un confronto democratico con associazioni di cittadini e pazienti. Attendiamo dunque di vedere il testo della manovra, ma la cosa che a noi preme è che non sia un’altra promessa disattesa, come tutte quelle fatte sui LEA negli ultimi anni». «Un impegno in tal senso – ricorda infatti – era già stato previsto sia dal cosiddetto “Decreto Balduzzi” del 2012, sia dal Patto per la Salute 2014-2016* siglato lo scorso anno. Ora ricompare nella nuova Legge di Stabilità. Ma i cittadini sono stanchi di annunci a cui non seguono i fatti».
L’altra questione su cui si sofferma il Coordinatore del Tribunale dei Diritti del Malato è se gli 800 milioni previsti siano o meno sufficienti allo scopo. «Premesso – sottolinea Aceti – che lo stesso ministro Lorenzin solo due settimane fa aveva parlato di 900 milioni necessari, non sappiamo dire se sia una cifra giusta o meno. Per dirlo bisogna vedere cosa è incluso nei nuovi LEA e cosa ne resta fuori. Ad esempio, va sempre ricordato, ci sono 109 Malattie Rare che attendono di essere riconosciute come tali e altrettante patologie croniche non riconosciute quali invalidanti, come l’obesità, le cefalee croniche, le allergie o la bronco pneumopatia cronica ostruttiva. Inserirle nei Livelli di Assistenza che il Servizio Sanitario Nazionale si impegna a garantire significherebbe facilitare la vita a milioni di persone, ma noi guardiamo anche oltre e chiediamo di individuare una modalità più flessibile, che permetta un aggiornamento costante dei LEA. Non possiamo infatti continuare ad affidarci ai meccanismi rigidi del Decreto, perché l’innovazione va avanti ed emergono continuamente nuove patologie e nuovi bisogni». (S.B.)
*Il Patto per la Salute – del quale nel luglio del 2014 è stato definito quello per il 2014-2016 – è un accordo finanziario e programmatico tra il Governo e le Regioni, di valenza triennale, in merito alla spesa e alla programmazione del Servizio Sanitario Nazionale, finalizzato a migliorare la qualità dei servizi, a promuovere l’appropriatezza delle prestazioni e a garantire l’unitarietà del sistema.
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