Mentre fervono i lavori in Regione Lombardia per la messa a punto della riforma del sistema socio-sanitario della Regione stessa, «vi è tuttavia un “pezzetto” della salute dei cittadini lombardi – viene sottolineato dalla LEDHA, la Lega per i Diritti delle Persone con Disabilità, che costituisce la componente regionale della FISH (Federazione Italiana per il Superamenro dell’Handicap) – e in modo particolare di quelli più giovani, che rischia di restare in un angolo. Si tratta del sistema delle Unità Operative di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza (UONPIA)».
Per questo motivo, dunque, la stessa LEDHA ha inviato un documento alla Regione, chiedendo di dedicare una particolare attenzione alle UONPIA, per meglio specificarne il ruolo, le funzioni, i compiti e le risorse, dal momento che si parla di «servizi che rispondono ai bisogni di una fascia di popolazione molto più ampia e differenziata rispetto a quella tipica dei servizi di Salute Mentale».
«Noi – dichiara il presidente della LEDHA Alberto Fontana – chiediamo da sempre per tutte le persone con disabilità una presa in carico globale e continuativa, che superi la frammentazione degli interventi e garantisca tempestività d’intervento. Questo passaggio, però, è ancora più importante per i bambini e i ragazzi con disabilità che afferiscono alle Unità Operative di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza, che rappresentano un tassello essenziale. Le UONPIA svolgono infatti un ruolo cruciale per i processi di inclusione sociale e scolastica di molti bambini e ragazzi con disabilità e la necessità di una particolare attenzione è dovuta anche al particolare stato di sofferenza di questi servizi, che si trovano a far fronte a richieste e bisogni sempre più ampi e differenziati, potendo contare su risorse materiali e culturali non adeguate».
L’iniziativa della LEDHA prende le mosse dall’osservazione delle difficoltà quotidiane di tante famiglie che non riescono ad accedere ai servizi, dalle loro associazioni territoriali, ma anche dalla stessa Società Scientifica di riferimento, la SINPIA (Società Italiana di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza), che di recente ha pubblicato un interessante documento di analisi e riflessione, riguardante proprio la situazione reale delle UONPIA nella Regione Lombardia.
«Chiediamo – spiega a tal proposito Antonella Costantino, presidente della SINPIA – che venga tenuto conto del fatto che la Neuropsichiatria Infantile si occupa sia dell’area neurologica, sia di quella psichiatrica, sia della disabilità in età evolutiva. Si tratta cioè di un àmbito molto vasto e non bisogna rischiare di perderne dei pezzi per strada».
«Un’attenzione speciale da parte del Legislatore su questo tema – aggiunge Costantino – è tanto più urgente, dal momento che l’organizzazione di questi servizi è molto fragile e tenendo conto del fatto che dobbiamo affrontare quotidianamente una sproporzione rilevante tra i bisogni e le risorse a disposizione. Le richieste, infatti, sono in aumento e il personale è stabile o in diminuzione, cosicché gli utenti che non trovano risposte ai loro bisogni nel servizio pubblico, sono costretti ad andare a cercarle nel privato».
Per tutti questi motivi, dunque, la LEDHA ha chiesto Terza Commissione del Consiglio Regionale Lombardo di impegnarsi a definire e rispettare standard organizzativi e dotazione di risorse, che prevedano lo stretto raccordo con l’area pediatrica, per migliorare la precocità della diagnosi e facilitare la gestione congiunta nel tempo; senza dimenticare l’adeguata presenza di personale e di un direttore per ogni UONPIA. La Federazione lombarda ha chiesto inoltre di garantire «la stretta integrazione tra i servizi di Neuropsichiatria infantile e gli altri servizi sanitari, in modo particolare quelli riabilitativi, i servizi sociali comunali, le scuole e le altre agenzie sociali ed educative pubbliche e del Terzo Settore presenti sul territorio». (S.B.)
Per ulteriori informazioni e approfondimenti: ufficiostampa@ledha.it (Ilaria Sesana).