«Garantire l’esercizio di un diritto all’aiuto alle fasce più deboli della popolazione di Messina»: sin dall’inizio dell’emergenza idrica che sta ancora drammaticamente interessando la città di Messina, è stato questo il chiodo fisso di Nina Santisi, neoassessore alle Politiche Sociali del Comune siciliano. Una preoccupazione avvolgente, che è più di un semplice intervento in queste ore tragiche per la città dello Stretto, senza acqua – o con acqua “a singhiozzo” – ormai da molti giorni, a causa delle frane che hanno danneggiato le condotte idriche che portano l’acqua in città.
«Le persone anziane o con disabilità dovrebbero stare in cima alla lista delle priorità, quando scatta un’emergenza come questa – ammette Santisi – a maggior ragione se queste persone sono sole, non assistite dalla famiglia o da associazioni. Come faremo a raggiungerle, se non sappiamo chi sono e dove stanno?».
E così si è pensato di attivare un numero di telefono dedicato. In un primo momento, quando non c’era ancora un coordinamento delle forze in campo, il numero poteva essere solo quello di reperibilità dei Servizi Sociali: pubblico, poco usato, esistente e attivo. Purtroppo l’“effetto boomerang” c’è stato subito: i cittadini esasperati hanno chiamato per segnalare di tutto, occupando di fatto la linea dedicata e rendendola inutile rispetto ai veri destinatari del servizio.
Ma la sinergia tra Assessorato alle Politiche Sociali, Consulta del Volontariato di Protezione Civile e Consulta del Volontariato dei Servizi Sociali ha fatto sì che venisse creato un punto di riferimento con una serie di contatti dedicati esclusivamente a questa “emergenza nell’emergenza” (tel. 090 7724110, attivo dalle 7 alle 20; e-mail: autoparco@comune-messina.it; indicando nome, cognome, indirizzo, recapito telefonico e motivo della richiesta si può essere contattati).
Ricevute le chiamate a cui risponde l’assistente sociale, si organizza la distribuzione per area geografica e si inviano piccole autobotti da 400 litri. Dai dati ricavati attraverso il monitoraggio delle richieste, sono necessari 100 litri d’acqua non potabile ( quella maggiormente richiesta per gli usi più svariati) al giorno, per persona.
«Mentre procediamo all’approvvigionamento dell’acqua – spiega l’assessore Santisi – cerchiamo di capire quali possono essere gli altri bisogni delle persone non assistite disabili o anziane. Questa iniziativa ci aiuta a delineare i contorni delle loro necessità primarie e a dare cittadinanza alla dignità delle persone sole anche in emergenze così gravi. Tutto è ancora in divenire e in evoluzione».
Anche la Società Fontalba di Messina si è attivata, in collaborazione, con la Protezione Civile, donando circa 2.000 bottiglie di acqua potabile a 638 persone con disabilità.
Ancora una volta, dunque, non la burocrazia, ma le buone prassi sembrano avere risolto un grande problema di giustizia e di uguaglianza sociale. E anche se bisognerà aspettare la fine dell’emergenza per parlare di effettivo successo, resta fondamentale il valore di quel lavoro di squadra che trova soluzioni immediatamente fruibili.