Che succede alla stazione di Udine?

Accoglienza a dir poco inadeguata, soppressione della Sala Blu, problemi di logistica e montascale che non funzionano: è questa la situazione che si presenta alle persone con disabilità nella stazione ferroviaria di Udine, come denuncia la FISH Friuli Venezia Giulia (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), che in tal senso ha scritto ai vertici di Trenitalia, chiedendo un confronto urgente, nel quale coinvolgere anche l’Assessore Regionale alle Infrastrutture e alla Mobilità

Stazione ferroviaria di UdineAccoglienza a dir poco inadeguata, gravi problemi di logistica e montascale attivati sì nel 1990, in occasione dei Mondiali di Calcio, ma oggi non funzionanti: è questa la situazione che si trovano di fronte le persone con disabilità alla stazione ferroviaria di Udine, come denunciato dalla FISH Friuli Venezia Giulia (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), che in tal senso ha scritto direttamente ai vertici di Trenitalia, chiedendo un confronto urgente, nel quale coinvolgere anche l’assessore regionale alle Infrastrutture e alla Mobilità Mariagrazia Santoro.

La vera e propria “goccia che ha fatto traboccare il vaso” è stata la lettera inviata qualche settimana fa a Trenitalia dalla madre di un ragazzo con disabilità psicomotoria, trattato non proprio “con i guanti” sia da alcuni viaggiatori in fila alla biglietteria che dallo stesso personale addetto all’ufficio. «Non possiamo che esprimere solidarietà a questa madre – ha dichiarato alla testata “Messaggero VenetoGiampiero Licinio, presidente della FISH Friuli Venezia Giulia e dell’APN (Associazione Paratetraplegici Nordest) – per l’atteggiamento riservato a lei e al figlio disabile e chiediamo al personale di Trenitalia un’attenzione maggiore. Questo episodio, probabilmente, non si sarebbe verificato se fosse ancora attiva nella stazione di Udine la Sala Blu di RFI (Rete Ferroviaria Italiana), dedicata alle persone con disabilità e, in generale, con problemi di mobilità, soppressa a causa dei tagli».

Gravi problemi di logistica, si diceva poi, che Licinio racconta così: «Se una persona con disabilità in carrozzina deve salire su un treno che non arrivi nel primo binario – che è poi il caso di tutti i Freccia – deve necessariamente attraversare i binari su una passerella, aiutato dal personale qualificato e sempre disponibile, addetto a persone con mobilità ridotta e questa è un’operazione spesso macchinosa, perché prima dell’attraversamento è necessario che la “Centrale” si accerti che non passino treni durante il tragitto, in modo che la persona possa passare in sicurezza. A volte, poi, succede che i treni si debbano fermare, proprio per consentire il passaggio alle persone con disabilità. Eppure, nelle scale del sottopassaggio principale sono installati gli appositi montascale, ma non sono funzionanti».
E del resto, ha concluso Licinio, «i temi caldi da affrontare non interessano soltanto Udine: anche nelle stazioni più piccole della Provincia, infatti, le persone con disabilità che scelgono di viaggiare in treno incontrano molte difficoltà». (S.B.)

Ringraziamo Laura Sandruvi per la collaborazione.

Per ulteriori informazioni e approfondimenti: friuliveneziagiulia@fishonlus.it.

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