C’è un modo di entrare in contatto tra esseri umani più percettivo e affidabile della parola, fatto di sguardi, silenzi, gesti e messaggi ancora più sottili; è il modo in cui un essere umano nel suo intimo risponde al richiamo di un altro, quella silenziosa complicità che nel momento del pericolo dà alla muta domanda una risposta più inequivocabile di qualsiasi confessione o argomentazione… (Sándor Márai)
Tra i nostri figli [chi scrive è il presidente dell’ANGSA della Spezia, Associazione Nazionale Genitori Soggetti Autistici, N.d.R.], molti non parlano o, se parlano, parlano poco, altri parlano molto…
Con le parole, in genere, non sono in grado di dar voce ai loro pensieri, ai loro desideri, di condividere con i familiari e gli amici le loro volontà, gioie o angosce. Non ci danno la possibilità di entrare nel profondo dei loro pensieri, di comprendere le loro fantasie, mentre noi vorremmo riuscire a conoscere, un giorno, i loro sogni, per far sì che questi non si perdano nel labirinto delle loro menti o si spengano assieme alle loro speranze.
Ognuno di loro, però, trova il suo personale modo di comunicare con noi, tramite gli sguardi, i gesti, i capricci, i sorrisi, tramite l’entusiasmo, la determinazione. Ci sorprendono con i loro sorrisi e con la loro voglia di fare, quando sono coinvolti in attività che danno loro soddisfazione e la giusta serenità; inoltre ci chiedono aiuto, comunicandocelo attraverso un loro linguaggio particolare, quando si trovano in una situazione di disagio, di sconforto, di paura.
Gli atteggiamenti e i segnali non sempre manifesti della loro chiusa personalità abbiamo imparato sempre più a conoscerli e a interpretarli, nello scorso anno, grazie a due progetti pensati e resi operativi dall’ANGSA della Spezia e dalla Fondazione Il Domani dell’Autismo, che hanno coinvolto appunto un gruppo di ragazzi con autismo della provincia spezzina.
I progetti denominati Conoscere il territorio e Spostamenti in autonomia per persone con autismo hanno portato i nostri ragazzi a contatto con nuove realtà, indispensabili per favorire in ognuno di loro un graduale processo legato all’adattabilità e al concretizzarsi di situazioni in cui l’indipendenza individuale e la presa di coscienza di quelle che sono le proprie capacità divengono un importante obiettivo, volto alla realizzazione dei sogni del singolo e al soddisfacimento dei bisogni personali.
Nello specifico, Conoscere il territorio si propone di sviluppare una serie di percorsi che contengano vari orientamenti a carattere territoriale (con difficoltà crescenti), offrendo, a persone con autismo, la possibilità di conoscere la propria città o paese e i vari punti di riferimento riconducibili a luoghi d’interesse artistico-culturale, storico-religioso, civile-amministrativo e verde. Attraverso la lettura delle mappe cittadine, sia cartacee che digital, i ragazzi potranno inoltre acquisire le giuste competenze per muoversi nelle varie direzioni, alla ricerca di un dato edificio o indirizzo.
Spostamenti in autonomia si propone invece l’obiettivo di fare acquisire a ragazzi e adulti autistici le capacità necessarie per muoversi in autonomia nell’ambiente cittadino, spostandosi sia a piedi sia con i mezzi pubblici (autobus, taxi, treno).
Tramite queste due iniziative si è voluto dar voce alle necessità dei nostri ragazzi, aiutandoli a gestire le varie uscite all’interno di un territorio limitato e circoscritto, al fine di suscitare in loro un nuovo spirito di appartenenza e soprattutto di stimolare la loro talvolta poco sviluppata tendenza all’iniziativa e al riconoscimento di sempre nuove opportunità volte all’acquisizione di maggiori autonomie.
Dovendo soddisfare più àmbiti che riguardano la sfera cognitivo-comportamentale, relazionale e sensitiva, questi progetti hanno avuto uno sviluppo che va dalla ricerca e personalizzazione degli itinerari da seguire, al soddisfacimento dei bisogni, alla realizzazione di percorsi individuali adeguati, per fare in modo che tutti fossero coinvolti, sfruttando al massimo le capacità personali di ognuno, sia organizzative che di orientamento.
Per facilitare la ricerca dei luoghi e dei punti di riferimento atti a soddisfare sia le necessità del gruppo che i bisogni individuali, si è optato per l’uso di ausili informatici quali iPad. Tale metodologia ha permesso di pianificare e rendere fattibili spostamenti sia di gruppo che del singolo, dandoci la possibilità di valutare le capacità acquisite nei vari àmbiti proposti e soprattutto di documentare l’affidabilità degli intenti propri di entrambi i progetti.
Spostarsi sul territorio, a piedi o con i mezzi pubblici, acquistare ad esempio il biglietto del pullman, riconoscere i luoghi, sapersi orientare, imparare a muoversi e a interagire con persone sconosciute, mantenendo una concentrazione e un comportamento accettabile, organizzare serate in pizzeria o al cinema, sono soltanto alcuni degli obiettivi che renderanno i nostri progetti un modello replicabile e condivisibile.
Entrambi i progetti sono ancora in corso ed è presto per trarre conclusioni, ma possiamo senza dubbio affermare che, anche se per alcuni ragazzi il processo verso una reale indipendenza è ancora lungo, per altri si è evidenziato un notevole passo avanti per ciò che riguarda un discreto raggiungimento e mantenimento delle autonomie acquisite.
Siamo però certi che lavorare in questa direzione, anche grazie al supporto delle famiglie, porterà i ragazzi a muoversi entro il perimetro territoriale con maggior consapevolezza e autonomia e che con il tempo impareranno a gestirsi, a riconoscere le varie opportunità e a soddisfare i propri bisogni, aggiungendo così nuovi colori alla loro vita futura.