Le unioni civili tengano conto anche della disabilità

«Sul delicato tema delle unioni civili - dichiara Vincenzo Falabella, presidente nazionale della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) -, all’interno della nostra Federazione vi possono essere posizioni e sensibilità diverse, ma vi è unanime convinzione che la norma non possa essere completa, se non considera nelle fattispecie previste anche le questioni connesse alla disabilità». In tal senso la FISH ha formalmente chiesto specifici emendamenti al Disegno di Legge sulle unioni civili, in discussione al Senato

Giovane coppia, lei disabile in carrozzina, lui non disabile«Il dibattito in corso sulle unioni civili – aveva scritto su queste stesse pagine Carlo Giacobini – sta completamente rimuovendo l’ipotesi che uno dei partner sia una persona con disabilità, con ciò che ne deriva in termini di potenziale accesso a benefìci, sostegni, supporti».
A dare ulteriore sostanza a tale denuncia, arriva ora anche una formale comunicazione di Vincenzo Falabella, presidente nazionale della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), per chiedere appunto specifici emendamenti al Disegno di Legge 2081 sulle unioni civili. Il messaggio è stato inviato alla Commissione Giustizia del Senato, che quel Disegno di Legge sta analizzando in questi giorni.

«Non possiamo limitare il nostro impegno alle norme di settore – dichiara in tal senso Falabella – in quanto le persone con disabilità sono Cittadini e quindi, come ci insegna la Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, i princìpi di uguaglianza e non discriminazione devono essere trasversali a tutte le politiche e norme di un Paese». E aggiunge: «Sul delicato tema delle unioni civili, all’interno della nostra Federazione vi possono essere posizioni e sensibilità diverse, ma vi è unanime convinzione che la norma non possa essere completa, se non considera nelle fattispecie previste anche le questioni connesse alla disabilità».
«E in effetti – come si legge in una nota diffusa dalla FISH – il Disegno di Legge non contempla l’ipotesi che uno dei partner (o entrambi) possano essere persone con disabilità, come è evidente dalla mancata previsione dell’estensione alle unioni civili delle agevolazioni lavorative che consentono permessi e congedi per l’assistenza di congiunti (fra i quali il coniuge e i figli) con grave disabilità». «Su tale aspetto – dichiara Falabella -, foriero altrimenti di contenziosi in caso di approvazione della norma, sarebbe opportuno uno specifico emendamento».
«Ma prima ancora – conclude il Presidente della FISH – chiediamo che venga espressamente richiamato il rispetto dell’articolo 23 della Convenzione ONU [“Rispetto del domicilio e della famiglia”, N.d.R.], che impone di eliminare le discriminazioni nei confronti delle persone con disabilità in tutto ciò che attiene al matrimonio, alla famiglia, alla paternità e alle relazioni personali. Abbiamo a mente molti episodi di discriminazione, in particolare, ma non solo, per quanto riguarda l’adozione e l’affido a persone con disabilità». (S.B.)

Per ulteriori informazioni e approfondimenti: ufficiostampa@fishonlus.it.

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