«Macchinari non utilizzati o funzionanti in modo ridotto, reparti chiusi anche se appena ristrutturati o sottoutilizzati per mancanza di personale, attrezzature e dispositivi non adatti alle esigenze dei pazienti, personale costretto a turni di lavoro massacranti o in trasferta con costi aggiuntivi per le aziende sanitarie, burocrazia costosa e che ostacola il percorso di cura dei pazienti»: sono queste le principali aree di sprechi in Sanità segnalate nel rapporto intitolato I due volti della sanità. Tra sprechi e buone pratiche, la road map per la sostenibilità vista dai cittadini, presentato dal Tribunale per i Diritti del Malato di Cittadinanzattiva, che ha preso in esame esattamente 104 condizioni di spreco individuate da cittadini, associazioni e operatori sanitari, tra aprile 2014 e aprile 2015, che nel giugno 2015 risultavano ancora irrisolte.
Sul fronte opposto, invece, le 55 buone pratiche che hanno concorso al Premio Andrea Alesini, tradizionale iniziativa con cui il Tribunale per i Diritti del Malato intende appunto porre l’accento sul lato positivo della sanità, cercando di favorire la conoscenza e la diffusione di buone prassi che aiutino a rendere più efficace la gestione dei servizi sanitari, diventando così uno strumento riproducibile cui ispirarsi per migliorare la qualità degli stessi.
11 le Regioni da cui sono arrivate le buone pratiche (Veneto, Lazio, Trentino, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Campania, Piemonte, Toscana, Marche, Valle d’Aosta), tre delle quali sono state premiate (rispettivamente Il Pronto Soccorso vive il proprio territorio e ne assume i bisogni specifici come obiettivi. Per questo si organizza per dare Accoglienza e Supporto alle Fragilità, Riconoscere e Tutelare Vittime della tratta del Policlinico Casilino di Roma; La salute è nelle nostre mani dell’ULSS 9 di Treviso; Ridefinizione e implementazione degli spazi verdi dell’Ospedale Mauriziano Umberto I di Torino), mentre altre sette hanno ricevuto una menzione speciale. (S.B.)
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