La serata d’esordio di Italia’s Got Talent, programma televisivo trasmesso quest’anno anche in chiaro su Tv8, oltreché su Sky Uno, ha puntato gli occhi su Ivan Dalia, giovane pianista non vedente che ha incantato il pubblico, sia per la bravura al pianoforte, sia per la straordinaria autoironia, che gli ha consentito di scherzare sulla sua disabilità con battute che hanno divertito ed emozionato tutti, compresi i giudici (Luciana Littizzetto, Claudio Bisio, Nina Zilli e Frank Matano), che hanno avuto parole di apprezzamento e stima.
«Un talento senza confini, senza punti di riferimento, come destrutturato», è stato detto al termine della sua esibizione classica; ma quella musica, ascoltata bene, rispecchia davvero l’anima del pianista: una musica senza schemi, informale, ma che raggiunge gli animi molto più profondamente, forse proprio perché suonata “diversamente” da un giovane che scherzosamente si definisce cieco anziché non vedente: «Perché voi giocate a “mosca non vedente?”», ha ironizzato, ed è subito stata una standing ovation!
Allora ho riflettuto, ripensando alla musica e alla simpatia di Ivan Dalia: vedere come un giovane affronta la vita con questa marcia in più, prendendosi – e prendendoci – in giro, potrebbe davvero scuotere gli animi del pietismo? Potrebbe davvero far cambiare il mondo e la sua cultura molto “accorta” riguardo agli stereotipi?
Ripensare la disabilità, questo è il messaggio che vedo in lui e che voglio condividere: non fermarsi sempre davanti a schemi pre-impostati che limitano la condizione di una persona, ma cercare di guardare oltre, più lontano, con l’aiuto di persone che, come Ivan, hanno già posto il loro sguardo verso un nuovo futuro.
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