«Abbiamo bisogno dell’impegno di tutti per realizzare una presenza capillare che abbia un’unica voce che tenga conto delle specificità locali e abbia sempre l’obiettivo di uniformare a livello nazionale formazione di base, regolamenti, condizioni contrattuali ed etica professionale. Abbiamo bisogno di essere riconosciuti come categoria e quindi lo sforzo sarà quello di accettare i diversi percorsi di ciascuno di noi, di saper auto-valutarci e auto-promuoverci per superare le differenze e puntare tutto su quanto abbiamo in comune e valorizzarlo»: sono sostanzialmente questi i punti principali del programma con cui si presenta l’ANACA, ovvero l’Associazione Nazionale Assistenti all’Autonomia e alla Comunicazione, recentemente sorta.
La nuova organizzazione, come si legge in una nota diffusa dalla stessa, «è stata fortemente voluta e costituita da operatori del settore, riuniti per la promozione di una categoria che parta da una formazione di base uniforme su tutto il territorio nazionale e conduca alla richiesta di condizioni di lavoro certe e dignitose, dopo anni di richieste di regolamentazione rimaste inaccolte», il tutto, viene sottolineato, «con l’obiettivo prioritario di assicurare il diritto allo studio di alunni con disabilita sensoriali e psico-fisiche».
«L’assistenza all’autonomia e alla comunicazione – ricordano poi dalla nuova Associazione – è un rapporto ad personam che si instaura tra un operatore specializzato e uno studente con disabilita. Sin dal 1977 [Legge 517/77, N.d.R.] è compito degli Enti Locali fornire questo tipo di figura a supporto dell’offerta formativa ed educativa, per essere poi denominata con esattezza nella Legge 104/92 come “assistenza per l’autonomia e la comunicazione”. E tuttavia, proprio la competenza data agli Enti Locali ha prodotto una frammentarietà di difficile ricomposizione, a iniziare dalla stessa denominazione: Personale Educativo Assistenziale (PEA), Operatori Socio Educativi (OSE), Assistente Educativo Culturale (AEC), Assistenti alla Comunicazione (ASCO), Assistenti all’Autonomia e alla Comunicazione (ASACOM), educatori scolastici, lettori, solo per fare alcuni esempi. Per quanto poi riguarda la formazione, essa va dal solo diploma al titolo di operatore socio-sanitario, da poche ore di formazione sulle disabilita a qualifiche professionali altamente specializzanti, a master e quant’altro».
«Negli ultimi anni – conclude la nota dell’ANACA – sono state diverse le esperienze di collaborazione tra i colleghi di ogni Regione d’Italia, dall’elaborazione di una proposta alternativa alle condizioni di lavoro cui siamo sottoposti, chiedendo l’inserimento a pieno titolo nel personale scolastico, alla consegna, ai Ministeri competenti, di un profilo professionale per la formazione di base degli assistenti all’autonomia e alla comunicazione. In tal senso, intendiamo continuare a chiedere di essere interlocutori in tutti i tavoli tecnici di questo settore, a qualsiasi livello, nazionale, regionale e locale». (S.B.)
Per ulteriori informazioni e approfondimenti: associazioneanaca@gmail.com.