Saranno piloti, anche se “solo” “capitani di droni”, piccoli veicoli teleguidati, con molteplici applicazioni: dalle riprese aeree agli usi militari, dall’impiego in geologia al monitoraggio ambientale, dalle perlustrazioni di cantieri edili fino all’uso in àmbito sportivo.
Sono otto persone con disabilità disoccupate, tre donne e cinque uomini tra i 20 e i 40 anni, che hanno recentemente partecipato a Castiglion Fiorentino (Arezzo) a un progetto di formazione gratuito dell’Agenzia per il Lavoro Openjobmetis. Tra di loro la ventiduenne bresciana Anna Apollonio, con un passato di parrucchiera (“pre-disabilità”): «È stata una scommessa – racconta -, sono state sei settimane molto difficili. Tante ore di teoria saltando dell’aerodinamica alla meteorologia. Ma valutando il mercato del lavoro, questo campo è meno sviluppato in Italia rispetto al resto del mondo. L’idea poi mi ha affascinato».
Ed è rimasto colpito anche Gabriele Smussi, trentaduenne con un passato da elettricista e venditore: «Dopo l’esame siamo abilitati a gestire e far volare “a vista” droni dai 300 grammi ai 25 chili, apparecchi dotati di decine di sensori che si possono utilizzare in tantissimi campi. Vorrei approfondire la fotogrammetria [tecnica di rilievo che permette di acquisire dei dati metrici di un oggetto, N.d.R.]) di edifici».
Il corso ha erogato oltre duecentocinquanta ore di formazione tra teoria e pratica.«Siamo sempre alla ricerca di nicchie di mercato da sviluppare, e lo facciamo anche grazie a Forma.Temp il Fondo per la formazione e il sostegno al reddito dei lavoratori in somministrazione, a cui tutte le agenzie per il lavoro destinano circa il 2% del fatturato e che dispone di un fondo per iniziative gratuite che ammonta a 120 milioni di euro annuo», spiega Rosario Rasizza, amministratore delegato di Openjobmetis.
Ora, però, arriva il difficile, ovvero trovare occupazione. «Abbiamo già dei contatti – spiega Rasizza – e nel prossimo mese di settembre, per alcuni dei partecipanti al corso, potrebbero aprirsi le porte di un impiego». Magari nel campo dell’agricoltura per Anna Apollonio, che vorrebbe impiegarsi «in un’azienda in cui utilizzare il drone per effettuare misurazioni di campi e un controllo elettronico delle coltivazioni».
Più imprenditoriale, invece, l’orientamento di Gabriele Smussi, che si è già indirizzato verso la libera professione: «Con 2.500 euro – spiega infatti – si può acquistare dell’attrezzatura di buon livello. Sensori e strumenti di misura costano molto di più, ma confido nel fatto che con i droni i costi di questo tipo di misurazione si abbattono di oltre il 300%».