Disabilità: poca sostanza dalla Carta SIA

Secondo il Servizio HandyLex.org, che ha dedicato al tema un ampio approfondimento, la Carta SIA (Sostegno per l’Inclusione Attiva), unico intervento finora in via di attuazione per contrastare la povertà, tra quelli fissati dall’ultima Legge di Stabilità, «riserva alla disabilità un’attenzione solo apparente e assai poco sostanziale», rifacendosi tra l’altro a una filosofia ancora «molto lontana dal considerare la disabilità come uno dei primi determinanti dell’impoverimento e della povertà e quindi dell’esclusione sociale»

disabili-64Come si legge in un ampio approfondimento elaborato dal Servizio HandyLex.org, che suggeriamo caldamente ai Lettori di consultare, «dal 2 settembre i nuclei familiari in condizioni di particolare povertà possono presentare domanda di concessione della Carta di pagamento elettronica o Carta SIA, acronimo che sta per Sostegno per l’Inclusione Attiva e che costituisce una delle misure per il contrasto alla povertà previste dalla Legge di Stabilità per il 2016 [Legge 208/15, articolo 1, commi 386 e seguenti, N.d.R.]».
Quest’ultima, si ricorda sempre in HandyLex.org, «prevede anche altri interventi di contrasto alla povertà, che però sono ancora in via definizione e di discussione al Parlamento», cosicché al momento l’unico intervento in via di attuazione è appunto quello legato alla Carta SIA, che tuttavia, secondo il portale dedicato ai diritti delle persone con disabilità, «già anticipa, per alcuni versi in modo tutt’altro che soddisfacente, alcune linee di tendenza».

In sintesi estrema, dunque, il Sostegno per l’Inclusione Attiva prevede l’erogazione di un beneficio economico alle famiglie in condizioni economiche disagiate nelle quali almeno un componente sia minorenne oppure sia presente un figlio con disabilità. In àmbito proprio di disabilità, però, fa riflettere quanto sottolineato da HandyLex.org: «Dal combinato disposto delle due tipologie di condizioni (reddituale e familiare) e dalle scale di valutazione del bisogno traspare con sufficiente evidenza come alla disabilità sia stata riservata un’attenzione solo apparente e assai poco sostanziale. Non solo: si sono considerate di fatto le provvidenze assistenziali, quali l’indennità di accompagnamento, come una misura di compensazione del reddito e non già come forma appunto indennitaria per servizi non resi. Si è pertanto molto lontani dal considerare la disabilità come uno dei primi determinanti dell’impoverimento e della povertà. E quindi dell’esclusione sociale». (S.B.)

Ricordiamo ancora il link all’approfondimento di HandyLex.org intitolato Carta SIA, Sostegno all’Inclusione Attiva e disabilità, che suggeriamo senz’altro di consultare.

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