Abbiamo appreso che è stato approvato al Senato un emendamento al Disegno di Legge 2067 (su garanzie difensive, durata dei processi, finalità della pena ecc.), che rischia di riaprire la stagione degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari (OPG).
L’emendamento in questione ripristina la vecchia normativa (quindi ante Legge 81/14, Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 31 marzo 2014, n. 52, recante disposizioni urgenti in materia di superamento degli ospedali psichiatrici giudiziari; DPCM del 1° aprile 2008, allegato 3; Accordo Conferenza Stato-Regioni del 13 ottobre 2011), disponendo il ricovero nelle strutture regionali REMS (Residenze per l’Esecuzione delle Misure di Sicurezza), esattamente come se fossero i vecchi OPG. Se non si rimedia, saranno inviati nelle strutture regionali, già sature, i detenuti con sopravvenuta infermità mentale e addirittura quelli in osservazione psichiatrica.
Invece di affrontare il problema della legittimità delle misure di sicurezza provvisorie decise dai Giudici delle Indagini Preliminari (GIP), e di quelle che rimangono non eseguite, si ipotizza dunque una violazione della Legge 81/14, ripristinando la logica e le pratiche dei vecchi OPG. Un disastro cui bisogna porre riparo. In tal modo, infatti, non solo si ritarda ulteriormente la chiusura degli OPG ancora rimasti aperti, Montelupo Fiorentino e Barcellona Pozzo di Gotto (Messina), ma così le REMS diventano a tutti gli effetti i “nuovi OPG”, stravolgendone la funzione (e anche “travolgendole”, visti i numeri delle persone potenzialmente coinvolte), funzione che non sarà più “residuale”, cioè destinata ai pochi casi in cui le misure di sicurezza alternative alla detenzione si ritiene non possano essere assolutamente praticabili.
L’obiettivo della Legge 81/14 sulla chiusura degli OPG e sul superamento della loro logica è stato infatti quello di far prevalere, per la cura e la riabilitazione delle persone, progetti individuali con misure non detentive, nel solco delle Sentenze della Corte Costituzionale 253/03 e 367/04, ispirate esplicitamente dalla Legge 180/78 (“Riforma Basaglia”). Sono illuminanti, a questo proposito, le riflessioni di responsabili di Dipartimenti di Salute Mentale e di REMS e della stessa Società Italiana di Psichiatria.
Il problema che vuol risolvere quell’emendamento è garantire le cure troppo spesso ostacolate o negate dalle drammatiche condizioni delle carceri? Ma Il diritto alla salute e alle cure dei detenuti non si risolve così. Occorre che si rafforzino e si qualifichino i programmi di tutela della salute mentale in carcere e che il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria (DAP) istituisca senza colpevoli ritardi le sezioni di Osservazione Psichiatrica e le previste articolazioni psichiatriche.
È grave che le persone cosiddette “ex articolo 148 del Codice Penale [“Infermita psichica sopravvenuta al condannato”, N.d.R.] siano recluse a Reggio Emilia, senza rispettare il principio della territorialità. Semmai si devono potenziare le misure alternative alla detenzione. Così invece, moltiplicando strutture sanitarie di tipo detentivo dedicate solo ai malati di mente, riproduciamo all’infinito la logica manicomiale. Il rientro di queste persone nel carcere (o comunque nel “normale” circuito delle misure alternative alla detenzione) serviva e serve proprio a ridimensionare il ruolo del cosiddetto “binario parallelo”.
Ci aspettiamo quindi un intervento deciso del Governo per rimuovere quanto inopinatamente l’emendamento in questione ha disposto, a sostegno del faticoso processo di superamento degli OPG e in coerenza con quanto scritto, rinnoviamo per l’occasione al ministro della Giustizia Orlando, al sottosegretario alla Salute De Filippo e al commissario per il Superamento degli OPG Corleone, la richiesta di un provvedimento che eviti l’invio di persone con misura di sicurezza provvisoria nelle REMS, destinandole ai prosciolti definitivi.