«Pentito è troppo poco. Ho ripensato a quante volte io e i miei colleghi abbiamo incontrato e sostenuto persone con disabilità e conosco anche i sacrifici dei loro familiari. So che sono stati ingiustamente colpiti dalle mie parole. Da poliziotto e da uomo, chiedo scusa, sono pronto ad accettare una punizione per il mio comportamento e mi auguro solo di avere un’occasione per riscattarmi».
Sono le parole pronunciate in un’intervista al quotidiano «Il Messaggero», da parte del vicequestore aggiunto della Polizia di Avellino Elio Iannuzzi, protagonista nei giorni scorsi della vicenda denunciata anche dal nostro giornale, che lo aveva visto apostrofare un giornalista della trasmissione televisiva Striscia la Notizia con l’espressione “’sto mongoloide”!, suscitando le dure prese di posizione di Associazioni come l’AIPD (Associazione Italiana Persone Down).
«Ammetto di avere sbagliato – aggiunge Iannuzzi -, sono un servitore dello Stato e un uomo: chiedo pubblicamente scusa a Luca Abete [il giornalista del programma “Striscia la Notizia”, N.d.R.] e mi assumo le mie responsabilità, consapevole delle sanzioni che seguiranno a quanto accaduto. Non desidero, inoltre, che le mie scuse possano essere interpretate come un tentativo di giustificazione».
Per quanto ci riguarda, dunque, i toni e i contenuti di quanto dichiarato dal vicequestore Iannuzzi ci sembra possano portare a chiudere, almeno dal punto di vista giornalistico, il triste episodio. Chiaramente con l’auspicio che tutto ciò non debba mai ripetersi e anche allineandoci a quanto sottolineato da Paolo Virgilio Grillo, presidente dell’AIPD, ovvero «confidando che le forze di Polizia facciano proprio anche l’impegno di un rinnovamento culturale dei loro funzionari, perché è anche attraverso di loro che si fa educazione». (S.B.)
Ringraziamo Francesco Giovannelli per la collaborazione.